Presidio

«Ho preso il volantino. Li sentirò», ha detto il sindaco Matteo Lepore davanti a Palazzo D’Accursio durante il presidio degli assistenti sociali del Comune organizzato in pausa pranzo con il supporto del sindacato generale di base. Il motivo? «Il Comune continua a mantenerci sotto organico – ha risposto Alberto Carmona, delegato del Sgb e assistente sociale – mancano 12 assistenti su 130. Un anno fa ci avevano detto che ne avrebbero assunti 4, ma ad oggi non è così. Intanto aumenta il numero delle persone che hanno bisogno dei nostri servizi. Dalla richiesta di un’abitazione alle denunce di violenza domestica fino ai servizi di protezione internazionale». Con queste difficoltà lavorano gli assistenti sociali. «Una situazione che c’è sempre stata, non abbiamo mai trovato una soluzione strutturale, è vero. Ma questa volta manca il dialogo. Vorremmo essere ascoltati».

Sul tema è intervenuto il Consigliere della Lega, Matteo Di Benedetto, accanto ai lavoratori in Piazza Maggiore.

«Al Sindaco consiglierei di ascoltare davvero i suoi dipendenti. Oggi ci sono i servizi sociali, ma ieri c’era la polizia locale e prima ancora la scuola dell’infanzia. Tutto il sistema del servizio pubblico del comune sta inviando messaggi precisi. Lepore dovrebbe fissare subito un appuntamento, senza rateizzarlo o rimandarlo. E andrebbero attivati subito i tecnici per studiare i casi così da dare risposte. Se così tante persone fanno richieste e vogliono essere ascoltate, ma non lo sono allora c’è un problema di metodo. Se si preferisce usare i soldi in altro modo, che si dicesse».

In Piazza in segno di protesta ci sono quindici lavoratori del settore che con striscioni "No al disservizio sociale" e poi "Il Comune, tutto fumo" affiancano e supportano Carmona. «Ci è stato detto che c’è una crisi di bilancio, ma nulla è stato comunicato ai cittadini. Inoltre al Comune avendo garantito un numero minimo di assistenti per abitante, secondo un rapporto superiore a 1: 5000, sono arrivati 1.101.225, 15 euro. Una cifra che varia in proporzione alla popolazione residente. E ancora non sono state assunte le quattro persone promesse. Ci chiediamo questi soldi per cosa sono stati spesi? Vorremmo una risposta», ha detto l'assistente sociale Carmona. Il flash mob finisce e il piccolo gruppo si disgrega, tutti tornano al lavoro. Non possono fermarsi. «Noi lavoriamo per le persone. Aumentano le urgenze e noi dobbiamo esserci. Per evitare ritardi lavoriamo su turni e facciamo gli straordinari, ma non possiamo continuare così. Noi abbiamo a che fare con la vita delle persone, con le emergenze. Non possiamo rimandare. I pochi di noi operativi si caricano dei compiti di chi non lavora perché o è andato in pensione, o è in maternità o è stato collocato altrove. Dobbiamo trovare una soluzione con la giunta».

 

 

Nell'immagine Alberto Carmona e Matteo Lepore. Foto di Alessia Sironi