Il caso

«Da poco abbiamo trovato la serranda forzata, il locale tutto a soqquadro e la cassa aperta – racconta ancora scosso Alberto Ceccarelli, titolare della Focacceria Mai A l’etto 2, in via delle Moline -. Il guadagno del periodo pasquale è stato rubato insieme a tutti gli affettati di valore. Un danno da tremila euro presumibilmente». Ancora una volta un furto con scasso in pieno centro a Bologna, accanto a piazza Verdi. Ormai i commercianti non sanno più che fare. Alcuni, come Ceccarelli, avevano già deciso di chiudere l’attività dopo le dieci di sera. «Da quell’ora in poi ci sono balordi e ubriachi», spiega il venditore, altri come le titolari di “Africa Design” addirittura si danno il cambio per dormire nel negozio la notte. 

Un periodo nero per la zona fra via delle Belle arti e via delle Moline. Ci sono stati una decina di furti nell’ultimo periodo, l’ultimo tentativo era stato fatto lunedì notte a Elvis Kadiu, proprietario del Bar Pasticceria dell'Arte. «Sono aperto da 16 anni, ma voglio chiudere, non si può vivere così – tuona il proprietario –. È pieno di gentaglia che non ci lascia lavorare bene. Dovrei pagare 130 euro al giorno un buttafuori per stare tranquillo. La polizia non passa quasi mai da queste parti». 

È stato vittima dei furti notturni anche il politico ex grillino Giovanni Favia, titolare del ristorante "A Balus" in via Borgo San Pietro, che denuncia: «Mi hanno fatto l'ultima "spaccata" a Pasquetta, il terzo furto del 2024. Il prefetto ha invitato i commercianti a montare le serrande ma quelle le abbiamo già messe». Paolo Carati, presidente dei ristoratori aderenti alla Cna aveva lanciato l’allarme su Repubblica nei giorni scorsi: «Il nostro timore è che ci sia dietro la malavita organizzata», ma Favia non ci crede e rilancia: «La mafia non spacca così una vetrata per prendersi un fondo cassa da 200 euro. Questo è l’humus di microcriminalità che c’è nella zona. La delega alla sicurezza ce l’ha il sindaco: se continuiamo a mettere autovelox e non videocamere di sicurezza andiamo malissimo». 

«Alla questura diciamo che basta poco per migliorare la situazione, non chiediamo chissà cosa – tuona Alberto Ceccarelli –. Basterebbero più poliziotti a presidiare la strada, anche a piedi. Le autorità misurano con grande attenzione che le lavagnette esposte con il menù non superino i centimetri di troppo, credo potrebbero dare più risorse alla sicurezza dei commercianti e non solo della strada. Immagino che anche i turisti si sentiranno in pericolo. La via va riqualificata, noi come commercianti abbiamo fatto la nostra parte e paghiamo le tasse, l’affitto e tutto il resto».

Il malessere degli imprenditori viene raccolto dal capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Matteo Di Benedetto, che punta il dito contro il sindaco per la mancata sicurezza: «La situazione è evidentemente fuori dal controllo dell’amministrazione. La sicurezza non viene affrontata dal Comune e gli esercenti vengono lasciati soli. Invitiamo il sindaco a smettere di fare campagna elettorale a livello nazionale e a concentrarsi sul suo compito: se non ne ha voglia può dimettersi. Garantire la sicurezza della comunità è anche suo compito perché rientra nelle sue competenze. Se non ha abbastanza uomini nella polizia locale li assuma come abbiamo proposto e fornisca l’equipaggiamento adeguato così magari non finiscono in ospedale come è successo a un paio di ragazzi alcune settimane fa».

 

Nell'immagine Giovanni Favia e il commerciante derubato Alberto Ceccarelli. Immagine di Giovanni Guidi