tram

È un tranquillo (ma rumoroso) giovedì mattina in via Ugo Bassi. Mentre Bologna si sveglia, il suono delle ruspe in azione rimbomba fragorosamente tra i portici della città. I lavori della Linea rossa del tram – che oggi impiegano trecento operai in venti cantieri, per un costo di circa 340 milioni di euro – sono iniziati più di un anno fa, il 26 aprile 2023, e dovrebbero concludersi entro il 2026. C’è chi bolla il tram come un «ritorno al Medioevo», c’è chi dice che «sarebbe bastato aumentare le corse dei bus» e chi invece pensa che «potrà essere utile per disincentivare l’uso dell’auto, favorendo la mobilità alternativa».
La situazione è peggiorata dallo scorso 15 luglio, quando i cantieri sono arrivati sino al cuore del centro storico. Il primo, quello in via Ugo Bassi, ha comportato la chiusura del tratto tra via Marconi e via Nazario Sauro. Poi, quello su via Indipendenza – nella parte est della carreggiata, tra via Irnerio e i viali – ha reso percorribile solo una corsia a senso unico in direzione del Ponte Matteotti. E mentre via Lame è stata restituita interamente alla viabilità, un’altra opera è nata anche nella parte di Riva di Reno, tra la rotonda di piazza Azzarita e l’incrocio con via San Felice. Si tratta insomma di un intervento massiccio, che sta mettendo in crisi l’intera città, ma con cui i cittadini bolognesi dovranno imparare a fare i conti. Da metà ottobre verrà infatti interrotto anche un altro segmento, quello tra l’incrocio di via Cesare Battisti e via Venezian, mentre da gennaio 2025 – terza e ultima fase dei lavori – si avrà lo sbarramento stradale della parte tra via Venezian e via Indipendenza, con l’interdizione al traffico di entrambi gli incroci.
I commercianti della zona sono preoccupati, i loro esercizi rischiano di fallire e molti stanno già pagando il prezzo della chiusura. Il Comune di Bologna, per aiutarli, ha promesso di aggiungere 110 mila euro ai 150mila inizialmente stanziati.
Ma sarà davvero così? Secondo Cinzia Dal Pozzo, proprietaria del bar Fraben – in via Ugo Bassi 3e – sono «tutte sciocchezze». La donna contesta l’assenza dell’amministrazione, e parla di incassi che «ormai fanno ridere», di dipendenti da «dover lasciare a casa», della «richiesta di aiuto sociale ma con poche risposte». Anche Ottavia, commessa ventiseienne della profumeria L’Erbolario – in via Ugo Bassi 10 – conferma il minor numero di clienti e il calo delle vendite a causa dei lavori.

E raggiungere il cuore della città è diventato difficile anche per i cittadini, soprattutto per chi è anziano e cammina con difficoltà. «Per accompagnarmi in centro io e mio nipote siamo costretti a prendere il bus a una fermata diversa, più lontana dalla solita – spiega Gilda, novantadue anni –. Ci mettiamo il doppio del tempo». Così come Caterina, giovane studentessa, che ogni mattina impiega venti minuti in più per arrivare da casa sua (a Zola) all’università. Ma c’è anche chi, pur non essendo direttamente condizionato dalle modifiche alla circolazione, nutre qualche perplessità. È il caso di Abi, studente ventisettenne, che ritiene che il tram «non sia necessario perché percorre tratti già normalmente coperti da bus, senza servirne altri». Scettico è anche Stefano, che si interroga sulla reale efficacia del progetto. «Il mezzo dovrebbe circolare interamente su sede riservata, in modo da non creare imbottigliamenti del traffico. Ma da quello che ho capito non sarà così, correrà anche su sedi promiscue», sostiene. E Stefania, mamma di una bimba di nove mesi, lamenta le difficoltà negli spostamenti. «Quando passeggio in centro con mia figlia incontro molte deviazioni e ho difficoltà a far passare la carrozzina».

Ma in questo diffuso clima di sfiducia non manca qualche pennellata di colore. «Credo che l'attesa permetterà di rifinire meglio l'opera, permettendo di avere un'infrastruttura funzionante e ben realizzata», dice Antonio, lavoratore e ciclista.

 

Cinzia Dal Pozzo, proprietaria del bar

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cinzia Dal Pozzo, proprietaria del bar Fraben, insieme alla madre

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stefano, motociclista bolognese

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gilda, novantadue anni

 

Foto di Bianca Bettio e Lavinia Sdoga