Istruzione

Ansia, stress, noia: gli studenti emiliano-romagnoli esprimono sentimenti sempre più negativi nei confronti della scuola. Per riproporre un modello di didattica centrato sul percorso di apprendimento invece che sulla valutazione finale, due licei bolognesi quest’anno rivedranno il proprio percorso formativo, eliminando i voti di metà anno.

La votazione, soprattutto nella sequela di test e verifiche a cui gli alunni sono sottoposti, porta molti ragazzi a concentrarsi maggiormente sul voto e sulla competizione interna alla classe, piuttosto che vedere nel voto, o valutazione che sia, un punto da cui ripartire per migliorare e affinare le competenze poco sviluppate.

Nella nostra regione, secondo uno studio condotto dall'ente di viale Aldo Moro e pubblicato a gennaio del 2023, il 77% degli studenti vive le ore scolastiche con ansia. L’anno scorso il liceo Malpighi ha fatto da pioniere sotto le Due Torri eliminando la pagella di fine primo quadrimestre e trasformando le valutazioni da eremitici, e spesso sterili, numeri in descrizioni dei punti di forza e debolezza su cui l’alunno può allenarsi.

Lunedì, al suono della campanella, anche gli studenti del liceo Manzoni e dell’istituto professionale Aldrovandi-Rubbiani sperimenteranno questa nuova didattica.

«Si tende ad assimilare alla parola valutazione la parola voto, che non sono assolutamente sinonimi perché il voto è un decimale, una classifica, mentre la valutazione ha uno scopo appunto di riorientare e formare, prima che di misurare» specifica Giacomo Rosso Marziali, professore al liceo Manzoni.

I due plessi metteranno in campo due vie alternative per rispondere alla richiesta da parte degli allievi delle superiori di maggior serenità e minor competizione mostrata in vari studi recenti.

All’Aldrovandi-Rubbiani il preside Matteo Battistelli spiega che la riforma, presa dal collegio docente a inizio settembre, manterrà le singole valutazioni, mentre verrà eliminata la pagella del primo semestre. «In prossimità degli scrutini soprattutto intermedi si verificavano delle sovrapposizioni di verifiche, c’è un po' la rincorsa per avere un congruo numero di valutazioni per dare una valutazione finale e molte volte i ragazzi sono oberati di prove e sono portati a puntare al voto, più che a una preparazione ben consolidata – dice Battistelli – Ora invece sia per i docenti che per i ragazzi è possibile estendere le verifiche in dieci mesi, distribuendo i test anche in considerazione delle reali competenze acquisite. Credo che forse abbiamo un po’ esagerato con queste micro-valutazioni, creando un ambiente un po’ tossico per i ragazzi».

Più profondo il progetto messo in campo dal liceo Manzoni. Sarà sperimentato in una singola sezione, una classe terza, e prevede la totale sostituzione dei voti con valutazioni descrittive, mentre saranno mantenute, per motivi ministeriali, le pagelle di metà e fine anno. Quindi nessun 4 o 8 nelle interrogazioni, ma osservazioni puntuali sulle competenze e conoscenze da implementare e come farlo. Il progetto prende il nome di “classe degli obiettivi e del dialogo” e come spiega il professor Rosso Marziali: «La valutazione ha lo scopo di riorientare e formare prima che misurare. Per questo il nostro progetto pone l’accento sul temine dialogo: ci sarà comunque il raggiungimento degli obiettivi formativi e didattici richiesti dalle indicazioni nazionali, ma dall'altro invece la valutazione non può che essere un momento dialogato». Sarà dal confronto e dal dialogo con lo studente, prosegue il professore, che verrà poi a formarsi la valutazione finale che comparirà nella pagella. «Il nostro obiettivo è ricollocare la valutazione all'interno del processo di apprendimento e non alla fine; se noi valutiamo stiamo cercando di offrire dei feedback che servano al miglioramento di uno studente» conclude il preside dell’Aldrovandi Battistelli.

 

Foto: Ansa