Rimborsi
Ormai è passato quasi un anno dall’alluvione che ha sconvolto l’Emilia-Romagna nel maggio 2023. In quelle tragiche due settimane, dal 2 al 17 maggio, la forza distruttrice della natura - 350 milioni di metri cubi d’acqua caduti dal cielo in poche ore - provocò la morte di diciassette persone e lo sfollamento di oltre 20mila abitanti. A giugno 2023 la Regione aveva parlato di una stima preliminare dei danni che si aggirava intorno ai nove miliardi di euro. Fin da subito, insieme al Governo, si è sottolineata la necessità di un intervento tempestivo e mirato per far fronte alle difficoltà estreme che stava affrontando la popolazione.
Ma a quasi dodici mesi dalla tragedia, a che punto siamo? A quanto ammontano i ristori erogati alle famiglie e alle imprese? Quanti invece devono essere ancora stanziati?
L’ufficio stampa della Regione Emilia-Romagna ha confermato che finora sono stati stanziati circa 4 miliardi di euro a fronte di quasi 9 miliardi di danni stimati. Di questi 4 miliardi, il Governo ha concesso "1,1 miliardi per la ricostruzione privata, 2,5 miliardi per la ricostruzione pubblica e 250 milioni per l’agricoltura. A questi vanno aggiunti 700 milioni di credito d’imposta per finanziare la ricostruzione privata - previsti dalla legge di bilancio 2024 - e 1,2 miliardi dei fondi Pnrr, non ancora operativi a causa della mancanza dei decreti. Alle risorse messe in campo dal Governo si affiancano poi circa 375 milioni del Fondo di solidarietà europeo, di cui 94,7 milioni già anticipati".
Intanto il commissario straordinario per la ricostruzione, generale Francesco Paolo Figliuolo, ha dichiarato: «Non so se negli annali, dopo 9 mesi, che potrebbero sembrare tanti, ci siano stati dei rimborsi. Vi posso dire che ci sono persone che hanno l’assegno in mano».
Su 90.000 famiglie e imprese aventi diritto ai rimborsi, sono 1900 quelle che hanno compilato la domanda sulla piattaforma Sfinge (attiva dal 15 novembre 2023). Di queste, 40 hanno ricevuto il via libera per l'erogazione del contributo e 29 stanno ricevendo il primo acconto del 50%. C’è da ricordare, però, che solo il 64% dei danni realmente dimostrati viene risarcito: su un valore medio delle perizie di 39.700 euro, quello dei rimborsi è di 25.700. La struttura commissariale fa notare che la differenza è dovuta principalmente allo scorporo dei beni mobili che, ad oggi, non vengono risarciti.
Su questo versante è intervenuto Antonio Mumolo, consigliere regionale del Pd, che ha detto: «Assistiamo al solito gioco delle tre carte del Governo. La Meloni è venuta a farsi fotografare con gli stivali nel fango dicendo che i rimborsi sarebbero stati del 100%. La Regione aveva richiesto in tutte le sedi i ristori dei beni mobili perché non ha senso dire “risarciremo tutti i danni” se non si prevedono indennizzi per le case in cui è entrato il fango e dove le famiglie hanno dovuto buttare via frigoriferi, cucina, armadi. Questo è il risultato di una politica che promette tutto a tutti e non mantiene la parola data. I soldi non ci sono e non ci saranno per le persone. Peraltro anche per gli altri rimborsi i meccanismi sono eccessivamente farraginosi e questo comporta che i cittadini, stanchi, non presentino più le domande».
In ogni caso, va sottolineato che la Regione si è già attivata per assistere le famiglie nell’acquisto di beni come mobili ed elettrodomestici stanziando 100 milioni di euro. A queste risorse si aggiungono i proventi della raccolta fondi attivata dalla Regione lo scorso maggio: 27 milioni di euro serviranno per fornire un ristoro a coloro che hanno subito il danneggiamento del proprio veicolo, 5 milioni saranno destinati ai Comuni per il sostegno ai più fragili, e ulteriori 15 milioni di euro per imprese e famiglie per la realizzazione di sistemi di protezione come paratie e barriere.
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