Protesta

scuola

All’indomani della tentata occupazione, l’Itc Belluzzi-Fioravanti si sveglia ancora traballante. Con le porte spezzate, i computer defenestrati, gli estintori rotti e le pareti del primo piano imbrattate di polvere e spray. Ma soprattutto con molte ragazze e ragazzi rimasti a casa, per l’inagibilità di una parte dell’istituto. E con il preside, barricato in un silenzio stampa, che però si è sciolto in una lunga lettera rivolta ai genitori. Il dirigente scolastico Vincenzo Manganaro,  che invece ieri  - non senza critiche da parte dei collettivi - si era opposto alla richiesta di gestione alternativa degli spazi scolastici, commenta affranto i risvolti violenti che quel  "no" ha determinato: «Siamo dispiaciuti per quanto accaduto – scrive - ma questo non attenuerà i provvedimenti».  

Per il "disastro" infatti, passata la confusione dei primi momenti, il giorno dopo si cercano i responsabili, e si provano a immaginare le conseguenze, a scuola e non solo: «Sono stati gli studenti del nostro stesso istituto», denuncia, deciso, il rappresentante Enrico Zappoli. «Mentre discutevamo delle nostre proposte, davanti al Fioravanti, un gruppo di circa 15 persone si è infiltrato per le scale, accedendo senza il nostro coinvolgimento al primo piano e iniziando a danneggiare gli spazi. Ma non saprei riconoscerli».

 

Proprio lo stabilire l’identità degli autori sarà invece decisivo per i risvolti legali di questa vicenda. Ad affermarlo è Maria Grazia Tufariello, avvocata penalista, che non ha dubbi sulla tipologia di reato che si è configurata : «Si tratta di danneggiamento aggravato, poiché  i beni presi di miri sono pubblici». Ora la Procura potrà avviare un’indagine.

Ma con due possibili direzioni. «Qualora l'istituto riesca, entro sei mesi, a identificare gli autori, si potrà procedere al processo penale, in tutte le sue fasi - sarà importante la collaborazione dei compagni - Qualora il fascicolo, invece, rimanga invece a carico di ignoti, il procedimento decadrà».   

Altro rebus il tema dei risarcimenti, «Se gli allievi identificati saranno maggiorenni, si potrà fare riferimento a loro per chiedere il corrispettivo dei danni. Se di minore età, ci si potrà avvalere su chi ha la loro responsabilità genitoriale». Un piano di conseguenze che si incastra, poi, con quello di altre sanzioni, di natura disciplinare. «Se accertato che sono studenti frequentanti il Fioravanti, la presidenza potrà certo decidere anche per note in condotta, sospensioni e bocciature».

Ipotesi - quelle penali e scolastiche - verso cui i ragazzi non sembrano affatto collaborativi. «Non abbiamo intenzione di ripagare collettivamente i danni, perché non siamo responsabili. E tanto meno, tollereremo ricadute a livello scolastico, dato che non abbiamo colpe».

Intanto, maggiori dettagli sulla dinamica della mancata occupazione potrebbero essere svelati domani: alle 13.15, quando gli allievi della scuola insieme al collettivo Osa hanno convocato una conferenza stampa.

 

 

Nell'immagine i danni all'istituto Fioravanti. Foto Ansa