guerra

«Grillini you are not my daddy», c'è scritto sulla maglietta bianca di una persona a porta Santo Stefano. Ѐ lì con altre cento per protestare contro il convegno di lunedì pomeriggio al Baraccano "Sinistra per Israele". E tra gli ospiti c'è anche il presidente onorario di Arcigay, Franco Grillini. Tutta la via è blindata: tante camionette e un'ingente dispiegamento della Celere per evitare che i manifestanti disturbino il comizio. «È in corso un evento scandaloso - gridano i manifestanti - dove ci sono i fantomatici "sinistri". Nel loro manifesto ci sono scritte le cose più assurde, si parla di dover conoscere il sionismo per stare dalla parte di Israele. Noi a differenza loro sappiamo bene cos'è il sionismo: un'ideologia nata alla fine dell'Ottocento, un'ideologia colonialista e razzista che vuole la pulizia etnica del popolo palestinese».

Nel contro-manifesto scritto dai manifestanti invece è riportata una frase attribuita alla ex prima ministra israeliana Golda Meir, tratta da un'intervista del 1969, in cui dichiarò al "The Sunday Times": «Non esiste qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano». E invece dalla piazza bolognese si alza un grido: «Non c'è progressismo nel genocidio. È finito il vostro tempo, ora è il tempo della liberazione».

Dall'altra parte della "barricata", l'ex deputato Pd Emanuele Fiano: «Per capire la complessità dei tempi, basta vedere di quale schieramento c'è bisogno per fare questa riunione», commentano le decine di agenti schierati che bloccano ogni accesso. Sul palco con lui ci sono anche Anna Grattola, della sezione bolognese di "Sinistra per Israele", l'ex docente universitaria Marina Marini e l'ex direttore dell'Istituto Parri Luca Alessandrini. Ma c'è anche l'ex sindaco Virginio Merola che, oltre a un "cessate il fuoco", rivendica anche il «diritto a Israele di esistere, accanto a uno stato Palestinese». Franco Grillini invece, ribadendo la sua posizione anche ai microfoni di InCronaca, ha detto: «Ho ricevuto diversi insulti via social per la mia partecipazione. Necessario il ritiro dell'esercito israeliano e lo stop alla guerra. Sarò felice di partecipare a quelle manifestazioni (riferendosi a quelle pro-Palestina ndr) quando decideranno di mettere in discussione la posizione di Hamas. Mai una parola critica. In sette stati islamici, ricordo, c'è la pena di morte per gli omosessuali». 

Ma nel frattempo fuori dal Baraccano il presidio diventa un corteo che sfila lungo i viali della città. E qualcuno urla: «Ma quale sinistra?».

 

Foto Chiara Putignano