Spesa

C’è quello tradizionale, che rispetta i crismi della storia e quello innovativo, futuristico e perché no, anche sperimentale. Il gelato a Bologna è una cosa seria. Basti pensare agli elementi dell’immaginario locale entrati nel dizionario: dalla “cestina” (o panierina) il cono cavo privo della punta, nato da un’idea dell’azienda Passerini alla “carapina”, il cilindro in acciaio in cui si conserva il gelato, che la ditta Carpigiani di Anzola iniziò a diffondere nel secondo dopoguerra. Tra le specialità va annoverata la crema bolognese, sorella gemella della pasticciera, prodotta con uova, zucchero, latte e farina.

In uno scorcio di città di meno di quattro chilometri si trovano più di quindici gelaterie artigianali: ci sono quelle più ricercate, in cui la fila si aggruma a qualsiasi ora del giorno, anche sotto il sole cocente, e quelle meno inflazionate, quasi underground, in cui si trovano magari delle varianti particolari. Ma quanto si spende mediamente in città per un gelato?

Per rispondere a questa domanda abbiamo girato dieci locali (da via Riva di Reno a via Agostino Barelli) e confrontato i prezzi di due prodotti specifici: cestine piccole e coni medi.

 

 

 

 

 

A Bologna, quindi, si spendono dai 3 ai 3,5 euro per una cestina con due gusti e dai 3,50 ai 4 euro per un cono da tre gusti.  

 

 

Foto apertura Ansa. Tabella di Dario Amighetti.