salute

Critiche del Nursind, il sindacato degli infermieri e delle ostetriche, al piano della Regione da 30 milioni per accorciare le liste d’attesa. «Ancora una volta la Regione perde l’occasione per creare le giuste condizioni per rendere davvero attrattiva una professione in continua carenza di personale», lamenta Antonella Rodigliano, segretaria generale Nursind. La sindacalista lamenta come l’accordo sottoscritto tra Cgil, Cisl e Uil e la Regione sia stato fatto «senza ascoltare e tenere in considerazioni i bisogni e le necessità di chi è ogni giorno in corsia».

Sono diverse le critiche mosse all’accordo dal sindacato. Dal riconoscimento di una tariffa oraria di 50 euro in più per le prestazioni aggiuntive, contro i 100 richiesti dal sindacato, al turnover, dove si vorrebbe un organico pari a quello del 2020, e non prendere come riferimento i numeri di fine 2023. Rodigliano insiste anche sulla necessità di concorsi e bandi per favorire la mobilità a Bologna e avere più personale a disposizione delle aziende ospedaliere locali.

Sotto accusa anche la figura dei direttori assistenziali, previsti dall’accordo. «Avere nuove figure apicali come quelle dei direttori assistenziali, probabilmente farà bene solo a chi siederà su quelle poltrone – critica Rodigliano -  per noi non è il momento giusto per l’istituzione di tale figura, che richiede l’investimento di risorse importanti per ogni singola azienda sanitaria, che sarebbe meglio investire per portare risorse fresche e nuove nei reparti».

Rodigliano recrimina infine sulla mancata possibilità di portare al tavolo loro proposte, tra le quali «la creazione di un accordo con Acer per alloggi a canone calmierato e di convenzioni per bus e treni gratuiti, per attrarre infermieri in Emilia-Romagna».

 

Nell'immagine l'ingresso del pronto soccorso del Sant'Orsola. Foto Dire