Strage di bologna
Continua, con la discussione sul video girato in stazione il 2 agosto 1980, il processo d’appello a Paolo Bellini, il terrorista nero condannato all’ergastolo in primo grado per la strage alla stazione centrale di Bologna che causò 85 vittime e oltre 200 feriti.
La Corte d’Assise d’appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, aveva disposto di effettuare una perizia sul filmato del turista Harald Polzer. A richiedere l’esame erano stati i difensori dell’ex di Avanguardia Nazionale, mentre la Procura generale e le parti civili si erano opposte. Bellini è stato condannato all’ergastolo nel 2022 e il video era una delle prove citate dai giudici per motivare la condanna.
Oggi in aula spazio ai periti tecnici e all’esame del consulente della difesa di Bellini, che hanno discusso il video nei dettagli.
Secondo la perizia della procura il video sarebbe stato girato dall’alto e dunque dal vagone di un treno. Anche i consulenti esterni, esperti di cinema e video, concordano con questa lettura: in aula a rivestire questo ruolo erano presenti Elena Tammaccaro e Anna Zecchini de “L’immagine ritrovata” - società che dal 1992 si occupa di restauro cinematografico e video - e Gianluca Farinelli, direttore della fondazione Cineteca di Bologna.
Di idea diversa invece il consulente della difesa Antonio Ricossa per cui il video sarebbe stato girato non dal vagone, ma semplicemente impugnando la telecamera con le braccia alzate. Questa lettura scagionerebbe Bellini. In aula Ricossa ha portato una presentazione molto articolata a sostegno della sua tesi, che è stata però contestata dagli avvocati dell'accusa con domande molto specifiche. Un esempio riguarda lo zoom che a un certo punto del video viene attivato: per l'accusa sarebbe stato impossibile farlo con la telecamera impugnata sopra la testa come sostiene la difesa.
Foto di Nikol Ceola