Sfratti e manganelli

Gli sfratti sono un problema sociale o di ordine pubblico? La domanda sorge spontanea, vedendo quello che è successo questa mattina in via della Ghisiliera. L’illustratrice Serena Scandellari, di 48 anni, è stata costretta a lasciare la casa in affitto nella quale viveva da oltre 20 anni, insieme alla madre di 75 anni e al suo gatto. Per eseguire il provvedimento, è stata utilizzata la forza pubblica, con una quindicina di agenti dei reparti di polizia celere e Digos.

«Matteo Lepore è molto concentrato sugli sgomberi di qualsiasi tipo, anche con una donna di 75 anni», ha commentato amaramente l’illustratrice, che nel corso degli ultimi mesi ha più volte cercato risposte dal Comune e dai servizi sociali. Risposte che, nel momento in cui viene scritto questo articolo, non sono ancora arrivate, con la famiglia che stanotte dormirà in albergo. «Se non trovo nulla dovrò andare in albergo, che a Bologna costa 1.000 euro alla settimana, e spendere soldi che speravo di investire in un nuovo affitto», spiega Scandellari. «Gli affitti privati sono inaccessibili, più per una questione di contratti che per una questione di soldi, perché i proprietari preferiscono fare i b&b».

La sua storia ha avuto diverso risalto mediatico negli scorsi mesi, con l’illustratrice molto attiva su X, dove ha raccontato tutti i suoi appelli alle istituzioni e spiegato come il problema non sia solo di problema economico, ma di garanzie. I proprietari, infatti, chiedono quasi sempre due contratti a tempo indeterminato per concedere la casa in affitto, rendendo impossibile, a lei che lavora come partita Iva, trovare un immobile in locazione. Sono state tante anche le testimonianze di solidarietà ricevute dall’illustratrice, con il conduttore televisivo Flavio Insinna che si è offerto di fare da garante, e una raccolta fondi che è stata lanciata in favore della famiglia che a oggi ha raccolto circa 6.500 euro.  

La giornata è iniziata qualche minuto prima delle 8 di mattina, quando le forze dell’ordine sono arrivate davanti a casa dell’illustratrice. Lì hanno incontrato la resistenza di circa quindici persone del sindacato Asia Usb, che hanno organizzato un picchetto antisfratto. Dopo circa due ore di tira e molla i poliziotti sono passati dalle cantine e dagli appartamenti del palazzo comunicante con quello della casa dell’illustratrice, nella quale era ancora presente la madre, per forzare la porta. Questa mossa da parte delle forze dell’ordine ha causato la rabbia degli attivisti, generando anche momenti di tensione e qualche manganellata.

Nell’appartamento, Serena pagava 650 euro per 65 metri quadri, ma adesso «con quei soldi non ti danno neanche un garage», commenta amaramente l’illustratrice. Nel 2020 si era iscritta anche alla graduatoria per le case popolari, ma ha oltre 2500 persone davanti. E nonostante siano sempre di più le persone che faticano a trovare un alloggio, e che avrebbero i requisiti per una casa popolare, Acer ha messo in vendita all’asta una decina di alloggi di sua proprietà. Alcuni dei quali di quasi 130 metri quadri, con 4 camere da letto, e in ottimo stato.

L’assessore al welfare Luca Rizzo Nervo, in una nota, ha fatto sapere come alla madre dell’illustratrice fosse stata proposta "la soluzione di un appartamento protetto" e che dopo l'esecuzione dello sfratto «i servizi sociali hanno immediatamente offerto la possibilità di recarsi da loro per un'immediata collocazione in emergenza delle persone sfrattate, a spese del Comune», ricostruzione rigettata dall'illustratrice su X, che nelle scorse settimane aveva anche bollato come inaccettabile  la soluzione dell'appartamento protetto perché, al prezzo di 850 euro al mese, avrebbe accolto solo la madre.

 

Foto di Gabriele Mento