Confindustria

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Il presidente designato di Confindustria Emanuele Orsini sta già definendo la squadra che verrà presentata ufficialmente giovedì 18 aprile. Tra i nomi possibili spicca quello del bolognese Maurizio Marchesini che potrebbe ricoprire l’incarico di responsabile delle relazioni industriali. 

 

A 68 anni è il numero due degli industriali italiani. Presidente di Marchesini Group S.p.A., azienda del bolognese con oltre trentamila dipendenti e fatturati da record. Nel 2013 ha ricevuto la nomina di Cavaliere del Lavoro. È componente del Consiglio Generale di Confindustria, Vicepresidente di Confindustria con delega alle Filiere e Medie Imprese, componente del Consiglio Direttivo di UCIMA. È vicepresidente del Gruppo Emiliano Romagnolo e Componente Consiglio Direttivo della Federazione Nazionale. Dallo scorso anno è diventato anche capo di Nomisma, società indipendente che offre studi settoriali e territoriali interpretando i fenomeni economici. Umanista e filantropo. La sua famiglia ha acquistato cento appartamenti per affittarli ai propri dipendenti a prezzo calmierato. La Marchesini Group S.p.A., avendo diverse sedi sparse nel mondo, spesso compie opere di sostegno economico nei paesi svantaggiati. Per esempio, in Kenya, insieme a Cefa onlus, ha contribuito a creare dieci dighe di sabbia nel distretto di Mutito, Contea di Kitui per fornire una soluzione sostenibile e a lungo termine al problema dell’aridità del terreno e della scarsità di acqua. Queste particolari dighe permettono di stoccare l’acqua sotto la sabbia per evitare l’evaporazione. Un aiuto importante per le comunità rurali che hanno potuto utilizzare l’acqua raccolta per l’irrigazione, per il bestiame e per l’uso domestico.

 

Maurizio Marchesini ha a cuore anche gli interessi della sua città: Bologna. In particolar modo le problematiche sociali come l’emergenza abitativa hanno la priorità per questo industriale tanto dedito al lavoro. Dopo appena qualche mese dalla nomina, che lo aveva fatto capo di Nomisma, aveva dichiarato di volerne allargare gli orizzonti in settori come l’immobiliare, al mondo industriale. Per fare fronte ai costi esorbitanti delle case aveva spiegato che per diminuire il prezzo delle case, si deve aumentare l'offerta. «Farlo con le risorse pubbliche richiederebbe tempi troppo lunghi. Se invece agevoli la ristrutturazione delle abitazioni e recuperando aree degradate probabilmente il mercato aumenta e i prestiti diminuiscono in maniera molto più rapida. Utilizzando, per esempio, alcune aree ex militari si potrebbero costruire numerosi alloggi. E invece ne parliamo da più di vent’anni ma è tutto ancora fermo. Vien da dire meglio una scelta sbagliata che nessuna scelta», ha detto Marchesini. 

 

 

Foto di Bianca Bettio