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A Bologna il numero di contratti di locazione a canone concordato continua a diminuire. Secondo le statistiche parziali della banca dati Sunia, sono solo 748 le nuove attestazioni registrate sul territorio comunale dall’agosto del 2022 al luglio del 2023. Nel 2020 sono state 981, nel 2021 furono 1.163. Fuori dal territorio comunale la situazione non è migliore: il Comune infatti rappresenta circa il 60% dei numeri totali della città metropolitana, che nel 2023 ha rilevato appena 1.248 nuove attestazioni, il dato più basso degli ultimi tre anni. A oggi, invece, gli Airbnb a Bologna sono circa 5.000. La tendenza si conferma dunque una graduale contrazione non solo nel numero dei contratti che si legano alla procedura, ma anche in quelli ordinari, in quelli transitori e in quelli per gli studenti. Sono questi i dati emersi alla conferenza stampa tenuta questa mattina nella sede cittadina di via Zamboni 13, dove hanno presenziato Sara Accorsi, delegata metropolitana alle Politiche per la casa, Francesco Rienzi, segretario del Sunia, ed Enrico Rizzo, presidente dell’Asppi (associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari). 

 

La speranza è che il nuovo accordo territoriale, raggiunto unitariamente dalla città insieme a 16 associazioni sindacali, riesca a invertire la rotta. «Sottolineo la mia soddisfazione, era determinante il raggiungimento di un accordo che potesse soddisfare tutte le parti coinvolte - ha detto Accorsi - È un accordo importante per il territorio, sia in termini di impegno che di risorse. Le iniziative sugli affitti cominciano a livello locale, ma bisogna riuscire a portarle fino al piano nazionale, come successe col Covid». I vantaggi che mirano a rendere il contratto concordato nuovamente appetibile si dicono a favore sia dei proprietari dell’immobile locato, sia degli affittuari: l’accordo prevede che venga concordato un canone di affitto più basso rispetto a quello di mercato, sulla base di parametri oggettivi relativi allo stato dell’immobile e alla sua localizzazione. Questo canone poi può essere in parte (e a certe condizioni) detratto dal reddito imponibile del conduttore ai fini Irpef. I proprietari invece possono godere di agevolazioni fiscali come la cedolare secca, una tassazione particolarmente vantaggiosa per i redditi derivanti dalla locazione concordata, e una tariffa Imu agevolata rispetto a quella ordinaria. Il nuovo accordo prevede inoltre ulteriori incentivi per gli affittuari che desiderano ottenere fondi per eventuali ristrutturazioni e messe in sicurezza dei propri immobili,  anche quelli vuoti, a patto di offrire poi agli affittuari il canone concordato. 

 

Foto Ansa