il caso

«Una sentenza più che importante, una pietra miliare». Così Cristiano Di Martino – segretario cittadino della Lega – ha definito la decisione emessa ieri dal Tar Emilia-Romagna (Tribunale Amministrativo Regionale) di annullare l’assegnazione di Vicolo Bolognetti a Nata per sciogliersi (evoluzione del collettivo Làbas). Un’assegnazione che, sin dall’inizio, aveva fatto molto discutere, accendendo le polemiche, specialmente tra le anime del centro-destra. «La decisione del Tar non ci sorprende, perché la vicenda ci è sempre parsa ambigua. È grave che sia stata fatta un’assegnazione di questo tipo, è indubbiamente una scelta politica – ha affermato Di Martino – . Ora faremo pressione affinché Palazzo d’Accursio vi si adegui il prima possibile».

Nel mentre, Palazzo d’Accursio prende tempo. «Stiamo valutando se ci siano gli estremi per appellare la decisione, c’è una consultazione in corso», fa sapere il portavoce del sindaco Angelo Leggieri. E invece, i membri di Làbas, che in mattinata avevano preferito «non rilasciare dichiarazioni», iniziano a far (ri)sentire la propria voce, con la frase pubblicata sui social – «Aquì estamos» («Eccoci qui») – per sponsorizzare alcuni degli eventi in programma per domenica prossima. Una frase che, dunque, spingerebbe a pensare che la voglia di rispettare quanto stabilito dai giudici – preparare le valigie, pagare i danni e riconsegnare finalmente gli spazi – non sarebbe poi molta.
Intanto, per il Tar devono tirar fuori il portafogli e pagare, assieme a Palazzo d’Accursio, i seimila euro di spese legali a cui sono stati condannati.

Ma facciamo un passo indietro. La storia ebbe inizio l’8 novembre 2019 quando il Comune – con allora sindaco Virginio Merola e assessore alla cultura Matteo Lepore – assegnò per quattro anni, tramite bando, i locali del civico numero 2 (Vicolo Bolognetti) al collettivo Làbas (oggi chiamato Nata per sciogliersi), con contratto fino al 16 settembre 2024. Il raggruppamento di associazioni partecipanti al bando (ossia le concorrenti, “sfidanti” di Làbas) – Youkali Aps, BoArt, Vicolo Stretto e comitato Piazza Verdi- Zona Universitaria-Centro Storico – mostrarono rimostranze sin da subito. «Dopo l’aggiudicazione disposta dal Comune, noi, come rete di associazioni, avevamo presentato ricorso già nel 2020 – ha spiegato Carlo Terrosi, rappresentante di BoArt – siamo nel 2024 e finalmente la sentenza è  arrivata». E infatti, oggi, a distanza di quattro anni, il Tar ha definitivamente decretato l’annullamento della concessione di Vicolo Bolognetti, ponendo l’accento sugli errori "macroscopici" commessi da parte del Comune. Le motivazioni sono chiare. «Innanzitutto – come si legge nella sentenza  –  zero punti erano stati dati ai concorrenti per la gestione pregressa di altri immobili comunali. Valutazione illegittima, perché in realtà anche loro avevano già gestito luoghi pubblici, come le Stanze di Verdi e Villa Serena». Altro punto (per cui il Tar ha accettato il ricorso) è quello della sostenibilità economico-finanziaria. «Làbas ha sottostimato di 161mila euro il costo del canone di locazione – ha spiegato a Il Resto del Carlino l’avvocatessa Maria Cristina Fabbretti – ma, nonostante questo piano economico così carente, il Comune gli aveva comunque riconosciuto nove punti su dieci. È quindi giusto che il Tar l’abbia considerato un fatto irragionevole».
«Ora ci aspettiamo che il Comune ottemperi alla sentenza – ha affermato Terrosi – . Innanzitutto, dovrà togliere i nove punti che aveva riconosciuto a Làbas sul piano economico, dato che, in realtà, è talmente carente da valerne zero. E poi, dovrà invece aggiungerne quindici alla nostra rete, cambiando in tal modo il vincitore del bando e acconsentendo al subentro nella gestione dello spazio». «Il Tar è un organismo autonomo e indipendente, assolutamente non politicizzato – ha sottolineato il segretario del Carroccio – mi auguro che nessuno si metta a sindacare sull’inconfutabilità di questa sentenza… Lepore non provi a difendere l’indifendibile!».
Resta da capire, a questo punto, come risponderà il Comune e in che modo si procederà a una nuova assegnazione. Verrà fatto un nuovo bando? Vi parteciperanno solo le associazioni già concorrenti in passato o anche altre? Di Martino è fiducioso, ma non ha risposte. «Mi auguro che verrà fatto un nuovo bando e che sia molto partecipato: tutte le associazioni devono avere una seconda opportunità».  

 

 

In copertina: Cristiano Di Martino, segretario cittadino della Lega.
Foto concessa dall'intervistato.