Scuole Besta

Le scuole Besta finite di costruire nel 1984 sono state progettate in un piano di edilizia scolastica affinché «tutti bambini si trovassero in buone condizioni. Avevamo previsto di eliminare le scuole sui viali perché c’era troppo inquinamento e come ristrutturare le scuole preesistenti per fare in modo che potessero funzionare per le attività di gruppo e avessero spazi adeguati». A parlare è Fioretta Gualdi, architetto che ha partecipato alla progettazione dell’edificio attuale e non riesce a spiegarsi la decisione del Comune di demolirle per lasciare spazio a un nuovo progetto che l’Amministrazione ritiene più moderno e a minor impatto ambientale: «Ci sono delle scuole vecchie in classe energetica E o F, su cui non intervengono, scuole fatte solo di aule e corridoi». Per questo motivo il 13 marzo aveva mandato un suo articolo sulla vicenda al giornale web Cantierebologna.com.

 

Spazi pensati e realizzati insieme a pedagogisti

«Il Comune aveva un’equipe psicopedagogica per aiutarci anche nella progettazione delle scuole», racconta Gualdi. Di conseguenza l’edificio attuale presenta «spazi attigui e al di fuori della classe in cui poter svolgere attività, di gruppo, di recupero e di sostegno» in linea con le indicazioni del Ministero dell’Istruzione «che prevedono espansione e flessibilità degli spazi, cosa che in questo nuovo progetto assolutamente non c’è  – spiega l’architetto – Tutto questo spazio è stato requisito nel refettorio e nell’auditorium. Alla fine le scuole Besta hanno molto più spazio a disposizione rispetto alla nuova scuola».

 

Accessibilità e spazi verdi

«All’epoca, essendo su due piani, non erano previsti gli ascensori. Adesso però tendono a tenere tutte le aule normali al piano terra e hanno spostato le aule speciali al primo piano». Per Gualdi è possibile garantire anche una maggiore accessibilità inserendo degli ascensori nella struttura esistente. Inoltre, per le aree verdi, «c’è più spazio ora di quanto ne avrà la nuova scuola. Ci sono grandi doppie porte con cui aprire l’aula verso l’esterno. Subito fuori dall’aula avevamo costruito aule all’aperto, ovvero delle panchine di cemento che potessero servire anche per l’insegnamento all’aperto. Non so perché siano state tolte».

 

Classe energetica e possibilità di miglioramento

La volontà di costruire un edificio con un minore impatto energetico per l’architetto è una «questione pretestuosa. Si può raggiungere comunque la classe A4». L’edificio, infatti, «è stato costruito nell’84 quando c’era già una buona sensibilità. Aveva già i doppi vetri, la coibentazione all’interno dei pannelli esterni, la coibentazione sui coperti». Con un Ape recente è stata rilevata una classe energetica C, «le Besta e le Volta sono le migliori delle scuole medie, le altre sono di classe inferiore – precisa Fioretta Gualdi – però si può aggiungere coibentazione, sui coperti magari è necessario rivedere l’impermeabilizzazione. In più, si può fare la coibentazione di tutto il piano terreno da sotto, sfruttando un’intercapedine di 1,75 metri, e fare una variazione dell’impianto termico senza rompere, perché è tutto esterno. I muri di cartongesso si possono spostare facilmente perché sono appoggiati su un pavimento continuo».

 

Una struttura ancora solida, anche dopo il terremoto del 2012

La scuola non risulta nell’elenco che indica gli edifici sui cui il Comune è dovuto intervenire dopo il terremoto del 2012. Anzi, spiega Gualdi, «hanno fatto subito dopo delle verifiche, con prove di carico e sono rimasti meravigliati perché il risultato è migliore di quello che pensavano». Ulteriori indagini sulla vulnerabilità sismica sono state disposte con una delibera del 2021 «quando già avevano deciso di tirarla giù. Quindi in base a cosa hanno deciso? I calcoli per la seconda parte del lavoro sono stati affidati alla ditta che ha fatto il progetto nuovo. È venuto fuori che bisogna riempire di cemento quasi tutto l’edificio». Tuttavia insiste l’architetto: «Si è fatta fare una verifica a uno studio ingegneristico indipendente. Hanno usato parametri molto cautelativi, una serie di dati tecnici. Facendolo in un altro modo, usando parametri più corretti, potrebbero venire dei risultati molto meno invasivi e la necessità di lavorazioni molto più limitate».

 

Il nodo costi

Per il nuovo edificio si prevede un costo che sfiora i 18,5 milioni, di cui solo due di Pnrr. Una ristrutturazione che tenga conto di tutti gli interventi menzionati, secondo Fioretta Gualdi, avrebbe un costo minore: «Abbiamo fatto un po’ di valutazioni, al massimo 4-5 milioni di euro, compresa anche l’installazione di pannelli solari. L’ultimo coperto in alto, che non è accessibile ai ragazzi, si potrebbe riempire con i pannelli e ne avrebbero di più rispetto a quelli previsti per la nuova scuola».

 

La battaglia dei Verdi per mantenere il vecchio edificio e salvaguardare il parco alle sue spalle

I Verdi insieme a diversi comitati si sono posti a difesa delle scuole Besta attuali e dell’area verde attigua. «Noi di Europa Verde-Verdi Bologna siamo stati tra i primi a mobilitarci per la salvaguardia del Parco Don Giovanni Bosco, una delle poche aree verdi che resiste in un quartiere fortemente urbanizzato», afferma Danny Labriola, portavoce del partito. «Anche noi Verdi, come il Comitato Besta e parco Don Bosco, ci chiediamo che senso abbia spendere 18 milioni di euro per un nuovo edificio invece di riqualificare la scuola esistente. Riqualificazione che, peraltro, è stata eseguita con successo alla scuola gemella Guercino, per un costo di circa tre milioni di euro». I comitati hanno presentato un esposto al Tribunale civile di Bologna per bloccare il nuovo progetto e la giudice si è riservata la possibilità di chiedere una perizia per approfondire contenuti i contenuti del ricorso. «È un segnale di attenzione per una battaglia che pone al centro la tutela dell’ambiente e del diritto alla salute», valuta il portavoce del partito ambientalista.

 

Le scuole Besta. Foto di Fioretta Gualdi.