bilancio di metà mandato

Luci e ombre del sindaco Matteo Lepore alla soglia della prima metà di mandato, come si evince anche da un ampio servizio sul giornale locale, Il Resto del Carlino. Bene la riapertura del cinema Modernissimo, i grandi eventi sportivi, la centralità nella scena politica nazionale e lo stop ai voli notturni all’aeroporto Marconi. Ma in materia di sicurezza come sono andati gli ultimi due anni e mezzo? E, soprattutto, cosa ne pensano i dipendenti dell’apparato comunale, in particolare la polizia municipale?

Non più tardi di un paio di settimane fa, infatti, i vigili hanno incrociato le braccia durante il giorno della Maratona di Bologna, non un giorno a caso. A chiamare lo sciopero i sindacati Sgb e Snater con una lunga serie di richieste per il Comune: dai buoni pasto a Città 30, fino al sistema delle multe. Sciopero però che poi non si è più fatto. Qual è il vero stato dell’arte dietro i lavoratori con le palette rosse?

InCronaca l’ha chiesto a Stefano Mingoia, dirigente del Sulpl, Sindacato unitario lavoratori polizia locale.

Tra le richieste dell'organizzazione sindacale di cui Mingoia è a capo c'è quella delle bodycam. Si tratta sostanzialmente di micro-videocamere che i vigili indossano all'inizio del servizio esterno e che possono essere utilizzate nei casi in cui l'operatore si trovi in situazioni di difficile gestione. Situazione che, come spiega Mingoia, «sono sempre più all'ordine del giorno. Ormai l'idea del "vigile urbano" che fa solo le multe andrebbe abbandonata. Sempre più spesso ci troviamo a fronteggiare anche la cosiddetta microcriminalità, spesso al fianco a forze dell'ordine, come nel caso dei pattugliamenti e dei servizi di controllo del territorio in Bolognina». Zona bolognese spesso al centro di numerosi fatti di cronaca che variano dallo spaccio alle aggressioni.

«Il "vigile urbano" – spiega il segretario del Sulpl – si è evoluto, è diventato Polizia Locale, facendo un salto di qualità e questo andrebbe riconosciuto». Come? «Ad esempio una giusta retribuzione per i tanti campi in cui operiamo. Siamo dei dipendenti comunali "particolari" e, per questo, crediamo debba essere considerato anche per quanto riguarda i compensi. Ma anche il nostro ruolo, dal punto di vista tecnico e operativo, meriterebbe riconoscimenti migliori. Quando c'era la pandemia c'eravamo noi sulle strade a fare i controlli. Quando invece c'è stata l'alluvione eravamo sempre noi in prima linea».

 

 


Nell'immagine Stefano Mingoia, dirigente di Sulpl Bologna. Foto concessa dall'intervistato

 

Tra le altre richieste, servono «dei veicoli moderni. I nostri mezzi sono abbastanza vetusti e ci sono state delle richieste da parte nostra in questo senso». In città insomma i "vecchi vigili" si trovano a contrastare diverse situazioni. Secondo Mingoia «a Bologna il problema dello spaccio è gravissimo per il degrado che ne consegue. Un'altra problematica grave sono i furti e gli scippi sugli autobus, sempre più frequentemente a danno di anziani. Situazione però spesso presa sotto gamba, ma che prende di mira una fetta della popolazione debole. Per quanto riguarda il settore dell'infortunistica c'è da sottolineare una questione sempre più assidua: quella delle fughe dopo gli incidenti stradali. Fortunatamente gran parte di coloro che tentano di scappare vengono ripresi, ma sicuramente è un problema crescente in città».

Riguardo temi di strettissima attualità come le proposte di legge, vecchie ormai di vent'anni, sull'esposizione dei numeri identificativi degli agenti di polizia, invocate a seguito delle polemiche per le manganellate contro gli studenti, Mingoia risponde così: «Noi abbiamo già la placca con il numero di matricola e siamo facilmente identificabili dalla cittadinanza. Poi è chiaro che la nostra attività è diversa da quelle delle forze dell'ordine statali. Loro hanno altri compiti per quanto riguarda l'ordine pubblico, che noi fortunatamente non abbiamo perché noi siamo comunque "ai margini" quando succedono queste cose. Ad esempio noi siamo chiamati a bloccare il traffico, in modo che non ci siano veicoli che possono poi causare tragedie. È capitato in passato che allo stadio delle pattuglie si siano trovate comunque in pericolo perché quando caricano i facinorosi, non è che fanno differenza tra la macchina della polizia locale o quelle del 113».

Cosa hanno a disposizione gli agenti a bolognesi per difendersi? «Solo lo spray al peperoncino, e l'abbiamo ottenuto dopo anni di richieste». E quando gli si chiede cosa vorrebbe dall'amministrazione Lepore, Mingoia risponde così: «Vorremmo un trattamento, un ascolto e una consapevolezza diversa del nostro ruolo, anche in termini economici. Il vecchio "vigile urbano" come ce lo immaginiamo non esiste più».

 

Foto principale: Agenzia Dire