Lavoro

Dopo mesi di stallo qualcosa si è finalmente sbloccato per le lavoratrici di La Perla manufacturing, senza stipendio da ottobre. È stato pubblicato oggi il decreto del Ministero del Lavoro che sblocca la Cigs (cassa integrazione straordinaria). Una notizia, questa, che in via Mattei aspettavano da una settimana. Da quando, precisamente, le lavoratrici e le rappresentanti sindacali – in videoconferenza con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy – hanno sottoscritto il verbale per l’attivazione della Cigs, l’ammortizzatore sociale che coprirà gli emolumenti fino al 31 gennaio 2025.

La soddisfazione emerge dalle parole della segretaria generale Filctem Cgil Bologna, Stefania Pisani. «Il decreto è stato emesso con una relativa celerità. Si tratta di un passo importante per le 220 lavoratrici che da cinque mesi non ricevono un euro, perché autorizza i pagamenti da parte dell’Inps. Stiamo parlando di persone che sono in uno stato di assoluto bisogno», ha commentato. Sarà l’Inps, dunque, a disporre i pagamenti in favore delle dipendenti della divisione produttiva dello storico marchio bolognese di lingerie di lusso.

Situazione opposta, invece, per le 60 dipendenti della divisione Management, attualmente in stato di liquidazione. «Il decreto, almeno per il momento non riguarda le lavoratrici che svolgono funzioni di staff, che vanno dall’e-commerce al marketing passando per l’amministrazione – prosegue Pisani –. Risulta però in stato di lavorazione e siamo fiduciose che nell’arco di pochi giorni dovrebbe arrivare anche quello. Il rischio dettato dallo stallo economico è l’allontanamento delle maestranze dall’azienda. Avere un ristoro consente di non vanificare tutte le operazioni che stiamo facendo per provare a salvare questa azienda».

Dal fondo inglese Tennor, proprietario de La Perla, che ha sostanzialmente precipitato l’azienda sull’orlo del fallimento nessuna dichiarazione. «La fase successiva – conclude Pisani – è la rimessa in attività dell’azienda. Questa è la lotta che dobbiamo portare avanti e su cui ci batteremo fino all’inverosimile. Bisogna riattivare immediatamente le attività: le lavoratrici vogliono lavorare e devono lavorare se vogliono salvare l’azienda».

 

Foto Ansa