il caso
I sindacati accusano Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy, di avere lanciato con «inopportuno anticipo» la notizia relativa alla nuova acquisizione della Magneti Marelli. A rilevare la fabbrica di Crevalcore, ha svelato il ministro, sarà l’azienda piemontese Tecnomeccanica srl, da anni specializzata nella produzione e lavorazione di componenti in alluminio. In realtà, l’annuncio doveva essere dato in via ufficiale oggi, in un incontro fissato per le 17.30 – a cui, oltre alla Marelli e al nuovo acquirente, hanno preso parte anche i sindacati – ma, a quanto pare, il ministro ha scelto di non aspettare. «Urso è un incontinente verbale e ha gestito malissimo il piano della comunicazione – afferma Stefano Lombardi, segretario responsabile Uilm Bologna (Unione italiana lavoratori metalmeccanici) –. Cosa gli costava aspettare?». «Il fatto che il ministro abbia anticipato la decisione dell’azienda ci ha spiazzati – ribadisce Massimo Mazzeo, segretario generale Fim-Cisl Bologna (Federazione Italiana Metalmeccanici) –. I nostri lavoratori attendevano delle risposte, ma saremmo dovuti essere noi a dargliele, non Urso». E anche Giuseppe Di Stefano, rappresentante Uilm Bologna, è «amareggiato» e definisce l’azione di Urso una vera e propria «fuga in avanti, solo per arrivare prima e prendersi il beneplacito del risultato». Risultato che, tuttavia, non sarebbe proprio – o almeno non sarebbe “solo” – frutto del lavoro del ministero. «Il merito è prima di tutto dei lavoratori, delle associazioni sindacali e della Regione – spiega ancora Mazzeo – senza nulla togliere al ministro, che indubbiamente ha fatto la propria parte, il lavoro dell’assessore regionale Vincenzo Colla e del presidente Stefano Bonaccini è stato di gran lunga più incisivo».
In ogni caso, nonostante lo “scivolone” di Urso e le “discutibili” modalità con cui è stata diffusa l’informazione, il risultato oggi raggiunto è, a detta dei sindacati, «piuttosto soddisfacente».
«Siamo contenti che le nostre richieste siano state ascoltate – afferma Di Stefano – ma soprattutto, siamo contenti che il percorso che ci eravamo dati inizialmente stia procedendo come previsto». «La proposta di Tecnomeccanica ci convince – dice Mario Garagnani, funzionario Fiom- Cgil Bologna –. È un’azienda italiana con una solida esperienza alle spalle e un piano industriale serio. Direi che ha tutte le carte in regola per poter svolgere un ottimo lavoro, in continuità con gli standard del passato».
Tuttavia, la domanda sorge ora spontanea. Se il numero di assunzioni previste da Tecnomeccanica è di 152 dipendenti, ma i lavoratori “a rischio” nella Marelli di Crevalcore sono 220, che fine farà chi rimarrà escluso dal nuovo piano? Perderà definitivamente il lavoro?
«No, non avverrà», spiegano le associazioni sindacali . Per ovviare a tale problema, infatti, sono state presentate tre ipotesi di soluzione. «Sessantotto lavoratori potranno essere trasferiti in altri stabilimenti, ossia in quelli di Caivano, Tolmezzo e Corbetta – spiega Mario Garagnani – altra possibilità, per coloro a cui mancano meno di sette anni alla pensione, è quella dell’“ipo-pensione”, una sorta di “accompagnamento” e “invito” ad andarci in anticipo». «In ultimo – conclude – tramite un’agenzia di ricollocamento, faremo sì che, entro un anno, i dipendenti rimasti esclusi possano venir assunti in altre aziende del territorio». Ma aggiunge Lombardi: «In ogni caso, vogliamo chiedere a Tecnomeccanica di aumentare il numero di assunzioni previste, così da includervi ancor più dipendenti. Oggi abbiamo raggiunto un traguardo importante, ma la strada da fare è ancora lunga e tutti i nostri lavoratori vanno tutelati allo stesso modo».
L’antefatto: come e perché è stata scelta Tecnomeccanica
Lo scorso 6 marzo si è tenuto un incontro tra la Marelli e le sigle sindacali di Fim-Cisl, Fiom- Cgil e Uilm. In quell’occasione, l’azienda aveva presentato (ai sindacati presenti) le proposte che due soggetti aziendali – Niche Fusina e Tecnomeccanica – avevano avanzato per acquisire lo stabilimento Marelli di Crevalcore. Gli amministratori delegati delle due competitor, presenti all’incontro, hanno illustrato i rispettivi piani industriali. Niche Fusina – azienda veneta specializzata nella produzione di laminati in alluminio – prevedeva investimenti per 12-15 milioni con l’assunzione di 120-130 persone (che, tuttavia, sarebbero calate in un secondo momento); Tecnomeccanica – azienda di Novara specializzata nella produzione di componenti in alluminio per il settore automobilistico e già fornitore di Marelli – prevedeva, invece, investimenti per 22 milioni nel periodo 2024-2027, con l’assunzione di 152 dipendenti e un aumento progressivo della produzione, sia nella lavorazione della plastica che dell’alluminio. Dunque, il giorno seguente (giovedì 7 marzo), i sindacati e la Marelli hanno svolto un secondo incontro (questa volta a porte chiuse), per valutare le due proposte e individuare quella più adatta; e la scelta, appunto, è ricaduta su Tecnomeccanica. «Innanzitutto, hanno una produzione industriale in continuità con quella attuale – spiega Massimo Mazzeo –. Tecnomeccanica, infatti, fa lavorazioni in alluminio (con un reparto che produce addirittura collettori di aria-benzina in plastica) e ciò garantirebbe la possibilità di continuare a realizzare gli stessi tipi di lavorazioni che si fanno ancora oggi a Crevalcore». «Niche Fusina, invece – prosegue il segretario Fim Cisl – produce laminati, con un processo di fusione completamente diverso, il che comporterebbe, tra l’altro, una totale reindustrializzazione del sito della Marelli con tempi molto, troppo lunghi». Secondo motivo, ma non per importanza, il piano di investimenti e assunzioni. «A fronte delle 120 persone che verrebbero impiegate da Niche Fusina e i 12-15 milioni di euro che verrebbero stanziati, le cifre di Tecnomeccanica sono di 152 (assunti) e 22 (milioni investiti). «Che la proposta dell’azienda novarese fosse più conveniente è piuttosto evidente», commenta Mazzeo. Dunque, oggi – alle 17.30 – l’incontro per comunicare la decisione ufficiale.
Il profilo: chi è Tecnomeccanica
Nata come piccola impresa artigiana nel 1981, Tecnomeccanica s.r.l. si è poi trasformata, nel corso del tempo, in un’industria affermata, in grado di offrire prodotti e risultati di qualità. Le sue principali lavorazioni riguardano l’assemblaggio, le costruzioni di prototipi, i tagli laser 3D, i prodotti in lamiera e le lavorazioni meccaniche. L’azienda produce componenti in alluminio per il settore automobilistico ed è già, ad oggi, uno dei fornitori di Marelli. L’ultimo bilancio disponibile – quello relativo al 2022 – ha raggiunto la quota di 28 milioni di euro.
In copertina: Presidio dei sindacati della Magneti Marelli. Foto di Ylenia Magnani
Nel testo: nella foto di destra Massimo Mazzeo (Fim Cisl Bologna); nella foto di sinistra Giuseppe Di Stefano (Uilm Bologna). Immagini concesse dagli intervistati