8 marzo

Dopo la decisione del giudice del processo Amato di escludere Udi (Unione donne in Italia) dalla costituzione come parte civile, il coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna ha diffuso una nota per commentare l’accaduto e condividere i dati sugli accessi ai centri nel 2023: «È bene ricordare che la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, include espressamente la violenza economica nel novero della violenza di genere». Prosegue la nota: «Uccidere la moglie, in punto d’accusa, per questioni ereditarie, e uccidere la suocera, “per fare una prova”, come apprendiamo riferito dalla stampa, altro non è che violenza di genere, è strumentalizzazione di due donne ai propri interessi. È femminicidio». 

Il coordinamento è peraltro contrario alla decisione della Corte d’Assise di Bologna di escludere telecamere e macchine fotografiche dall’aula del processo, dal momento che «l’eco mediatico dei processi per femminicidio è uno strumento importante per veicolare nelle coscienze il disvalore sociale della violenza alle donne; per fare prevenzione e per diffondere la cultura del rispetto delle donne».

Secondo il report condiviso dal Centro, le donne che si sono rivolte a un centro antiviolenza in Emilia-Romagna nel 2023 sono state 4.855; di queste, il 93,3% ha chiamato un centro perché vittima di violenza. I dati confermano inoltre un aumento delle richieste di aiuto, rispetto agli anni precedente al 2020 – periodo in cui, anche a causa dell’emergenza sanitaria, i contatti erano drasticamente calati.

Proprio nel contesto del commento diffuso dal Centro sul caso Amato, è interessante notare che le donne che hanno subito violenze fisiche sono state il 61,7%, mentre coloro che hanno subito violenze economiche sono state il 38,4%; il 20,7% ha subito violenze sessuali, mentre il 90,8% ha subito violenze psicologiche. Percentuali che, secondo il report, «si discostano di pochi punti (da uno a tre) da quelle dell’anno precedente».

Report che aggiunge: «Come sappiamo, nella grande maggioranza dei casi l’autore delle violenze è il partner o l’ex partner e le violenze che le donne subiscono tendono a presentarsi come violenze multiple che si ripetono nel tempo»; per questo, molte delle donne che si rivolgono a un centro chiedono di essere ospitate in strutture a indirizzo segreto. Nel 2023 lo hanno fatto 490 donne, che «sono state ospitate con 469 figli o figlie, per un totale di 959 donne e minori e di 72.731 notti di ospitalità. In media donne e figli/e sono state ospitate per 76 notti».

 

 

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