agroalimentare

L’aceto balsamico di Modena. Il Parmigiano Reggiano. La mortadella di Bologna. La piadina romagnola. E ancora: il Lambrusco, il Pignoletto e l’Albana. Sono soltanto alcuni dei 44 prodotti e 30 vini Dop e Igp (che potrebbero diventare 45 con il riconoscimento dell’erbazzone) al centro della campagna di promozione agroalimentare, in Italia e all’estero, voluta dalla Regione.

Eccellenze, queste, riconosciute da un vero e proprio marchio di qualità e garanzia, che si intrecciano e si fondono con la tradizione, la storia e la cultura dell’Emilia-Romagna. «Abbiamo il più alto numero di indicazioni geografiche Dop e Igp – ha detto l’assessore all’agricoltura e agroalimentare, Alessio Mammi – parliamo di un comparto che vale 3,6 miliardi di euro (34 miliardi a livello nazionale) in cui lavorano circa 135mila persone».

Dal 2020 a oggi sono stati investiti 4,5 milioni di euro in attività di promozione. Per il calendario degli appuntamenti di quest’anno – partito a febbraio con Slow Wine Fair, la fiera vinicola organizzata da Slow Food e che proseguirà con Ambasciatori del gusto a Reggio Emilia, Cibus e Good a Parma, Macfrut a Rimini, Terra Madre a Torino, Vinitaly a Verona, Tramonto Divino in diversi luoghi della Regione e Motor Valley Fest a Modena – sono stati stanziati 900mila euro.

«Il nostro è un patrimonio enorme che vogliamo continuare a produrre e preservare dalle imitazioni – prosegue Mammi –. La nostra miglior difesa però è l'attacco, quindi continuiamo a promuovere le nostre eccellenze nel mondo. A giugno saremo di nuovo a New York al Summer Food Fancy, la fiera internazionale del Nord America in cui sono protagonisti i cibi di qualità. Stiamo lavorando molto sull’export anche con Canada e diverse zone dell’Oriente, specialmente Corea del Sud e Giappone».

A rappresentare le eccellenze del territorio non solo personalità legate al mondo della cucina e dell’enologia, ma anche artisti come Marco Ligabue che, insieme ad Andrea Barbi, porta in giro uno spettacolo intitolato E Risalutami tuo fratello, in cui le prime due lettere richiamano l’acronimo della Regione. 

 

Foto di Dario Amighetti