Conflitto

Due ore di interventi e applausi per Omar Barghouti, l’attivista palestinese di Bsd (Boicottaggio, disinvestimento, sanzioni nei confronti di Israele) che - invitato dalle forze politiche di maggioranza bolognesi - è arrivato sotto le due torri per chiedere il cessate il fuoco a Gaza. Una giornata di fibrillazione, divisa in due tranche tra mondo accademico e istituzionale e in cui non sono mancate le tensioni e i retroscena. Il primo è concesso dagli attivisti stessi di Bsd che si sono dovuti portare l'amplificazione: «Dovevamo essere in Aula Magna», dicono fuori della aule del complesso universitario di Santa Cristina, ma l'incontro è stato spostato in un'aula più ridotta.

Un  cambio di programma che non ha impedito a  un centinaio di persone, tra universitari, cittadini, ma anche artisti come  Alessandro Bergonzoni - di assistere e manifestare solidarietà al suo popolo. Tra i relatori anche Elian Weizman (lecturer in Relazioni internazionali alla London south bank University) e Chantal Meloni (docente Diritto penale Università degli studi Milano e senior legal advisor all'European centre for constitutional and human rights di Berlino). «Nessuna ragione giustifica il perpetuarsi del genocidio - scandisce Barghouti - Le violenze sono incalcolabili. Ma soprattutto questa violenza cresce in un clima di complicità, grazie all'aiuto di politica e media trash». E ancora: «Fermiamo il massacro a Gaza».

 

Una appello che non si esaurisce tra i banchi dell'università

 

Alle 18 l'invocazione alla pace viene condivisa nella Sala Imbeni di Palazzo d'Accursio, alla presenza del sindaco Matteo Lepore. Mentre domani mattina, Omar Barghouti – prima delle altre tappe nazionali a Padova e Venezia – incontrerà i consiglieri regionali Antonio Mumolo (Pd),  Silvia Zamboni (Europa +) e Francesco Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) per proseguire il dialogo sulle azioni di pace. Nel frattempo non si placano le polemiche con Italia Viva che chiede al primo cittadino spiegazioni, ricordando che gli "israeliani sono il popolo assediato" e il presidente della comunità ebraica, Daniele De Paz, che definisce  la scelta «incomprensibile».