Lavoro
«I lavoratori di Acer chiedono un giusto rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro (Ccnl). È inimmaginabile che in una azienda che si occupa di erogare un servizio pubblico così importante, come quello della casa, ci sia la necessità di fare una vertenza così grande per avere il rinnovo di un contratto scaduto. Federcasa, su questo argomento, sta portando avanti una linea di chiusura totale e la risposta dei lavoratori è quella dello stato di agitazione». Con queste parole Stefano Franceschelli, segretario generale di Cisl-Fp dell’area metropolitana bolognese, ha spiegato le motivazioni della proclamazione nazionale dello sciopero dei dipendenti di Federcasa. Il contratto nazionale dell'agenzia casa è scaduto da tre anni per la parte economica e da sei per quella normativa.
La protesta di oggi è stata annunciata ieri dalle sigle Cgil, Cisl e Uil: «Abbiamo predisposto un ampio calendario di manifestazioni regionali articolato su tutto il territorio nazionale, con presìdi in Liguria, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Molise».
A Bologna i lavoratori hanno incrociato le braccia sotto la sede di Acer, ente che gestisce più di ventimila alloggi con circa 150 dipendenti. In piazza della Resistenza, assieme ai lavoratori, erano presenti anche i segretari cittadini delle sigle sindacali impegnate nella protesta. Il sindacato Sgb ha invece organizzato un presidio parallelo.
Marco Bonaccini, segretario regionale della Cgil, ha tracciato un quadro generale sull’adesione allo sciopero in regione: «Dai presidi di Bologna e Modena emerge una adesione dell’80%, con punte del 90%. Del resto, con un patrimonio immobiliare molto significativo da gestire e con richieste degli utenti sempre in aumento, i dipendenti delle aziende della casa sono arrabbiati: la mancata volontà di rinnovare il contratto è un grosso problema».
Marco Pasquini, segretario cittadino di Fp-Cgil, ha posto l’accento sulle difficoltà di Acer nella gestione dell’emergenza abitativa in città: «Senza risorse economiche e di personale è difficile svolgere attività che hanno valenza sociale. Investire sulla residenza pubblica è una esigenza per i cittadini di questo territorio». Gli fa eco la sindacalista Silvia Antolini: «Chiediamo un aumento salariale che sia adeguato all’inflazione e un riconoscimento professionale per chi ogni giorno si trova a rispondere a famiglie sempre più fragili economicamente».
Immagine del presidio sotto la sede di Acer. Foto di Federico Emanuele Iezzi