violenza di genere

«Non al denaro, non all'amore, né al cielo». È così, citando il celebre cantautore Fabrizio De André, che  Antonio Sbordone, questore di Bologna, ha scelto di introdurre l’incontro “Rete sociale e strumenti normativi a difesa delle donne. L’ammonimento del Questore”. Una tavola rotonda – “apparecchiata a festa” nelle rosse e vellutate poltrone del Cinema Modernissimo – espressamente dedicata al tema della violenza di genere, fenomeno che, secondo il direttore del Servizio centrale anticrimine, Giuseppe Linares, non si combatte con la repressione, ma con la prevenzione.

Un tema che, come dice appunto Sbordone, «non richiama il cielo, né il denaro e, sicuramente, non l’amore. Perché questo non è amore». «Non è facile contrastare il fenomeno della violenza contro le donne, perché ormai è insito nella società – afferma Cristina Magnani, presidente del Coordinamento dei centri antiviolenza Emilia-Romagna – è parte del nostro substrato culturale: un substrato sessista, patriarcale e maschilista. Non lo si può risolvere nei tribunali, servono interventi strutturali». E in tal senso, infatti, sono molte le misure che – specialmente negli ultimi anni – stanno venendo adottate, in un’ottica di contrasto e prevenzione. Prima fra queste, l’ammonimento. «È un cartellino giallo, uno strumento per dare uno stop – spiega Silvia Gentilini, dirigente della divisione Anticrimine della questura di Bologna – ha natura amministrativa, non penale. Serve a richiamare la persona, esortandola a non commettere più atti di molestia o violenza». Una misura importante che s’inserisce, tuttavia, in un quadro piuttosto drammatico. «È evidente che le cose non vadano ancora bene, altrimenti non continueremmo a parlare di violenza, casi di stalking o femminicidi – commenta Antonio Sbordone – ma l'ammonimento è certamente efficace: ce lo dicono i dati, i casi di recidiva sono pochi».

Le cifre, infatti, parlano chiaro. Dei 4.500 ammonimenti emessi in tutto il 2023 (+30% rispetto al 2022 e +55% rispetto al 2021), sono solo 475 i casi di recidiva (circa il 10%). «Ciò dimostra quanto l’ammonimento abbia grande efficacia deflattiva – aggiunge Giuseppe Linares, direttore del Servizio centrale anticrimine – nel 90% dei casi non c’è stata la reiterazione del reato e oltre 4.000 donne sono tornate a condizioni di vita normali». Ma questi non sono solo numeri, perché, come dice Linares: «Dietro ci sono storie, facce, vite da proteggere». Ed è stato proprio questo il focus, il concetto chiave dell’incontro: la ricerca di una “protezione”, la ricerca di una “prevenzione”. «Quando arrestiamo il responsabile di un femminicidio abbiamo già fallito: lo strumento della repressione non basta, è tardivo – afferma il direttore anticrimine – è necessario stoppare il fenomeno prima che sia troppo tardi, cogliere preventivamente tutti quei segni che, plausibilmente, potrebbero epilogare in eventi tragici: l’ammonimento serve proprio a questo». 



In copertina: la locandina dell'evento.