femminicidio matteuzzi
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«Attenderemo le motivazioni sulla sentenza che ha condannato all’ergastolo Giovanni Padovani e sicuramente faremo ricorso in appello». Queste sono le parole di Gabriele Bordoni, avvocato dell’omicida 28enne all’indomani della chiusura del processo di primo grado in Corte d’assise su uno dei casi di cronaca nera più efferati in città. Il legale si sofferma anche sulla perizia psichiatrica effettuata sul condannato, riconosciuto capace di intendere e di volere e di stare in giudizio: «Padovani da un anno si trova nel reparto psichiatrico del carcere in cui è detenuto. Nel 2022 è stata effettuata una sola analisi psichiatrica. Per motivi contingenti non ne sono state poste in essere altre». Secondo i periti di parte in realtà l'uomo soffre di disturbi mentali, per cui è auspicabile una nuova perizia.
Dall’altra parte della barricata, Antonio Petroncini, l’avvocato della sorella e della madre della Matteuzzi, si esprime positivamente sul verdetto della Corte d’assise: «E’ una sentenza che ci dà soddisfazione. Ritenevamo fossero presenti tutte le aggravanti contestate dalla Procura. La Corte ha condiviso la nostra posizione e ha affermato la responsabilità dell’imputato per il reato contestato».
Il 23 agosto del 2022 Padovani uccise la Matteuzzi a martellate, prima di prenderla a calci e pugni e infine di colpirla con una panchina. La morte sopraggiunse dopo che la ragazza rimase per venti minuti in agonia.
Aula di tribunale. Foto Ansa