libertà di stampa

Tra il 20 e il 21 febbraio per Julian Assange, il giornalista australiano fondatore di Wikileaks, l’Alta corte di giustizia britannica deciderà se accogliere l’appello dei legali e ritardare l’estradizione o lasciarlo in mano alla giurisdizione statunitense e a una possibile condanna di 175 anni di carcere. L'accusa a sua carico sarebbe quella di spionaggio motivata dalla pubblicazione di oltre 500mila documenti relativi alle operazioni degli Stati Uniti in Afghanistan e in Iraq. 

 

Questa mattina i comitati territoriali dell’Emilia-Romagna, che in questi anni hanno portato avanti la battaglia per la liberazione di Assange tramite presidi e raccolte firme in collaborazione con Amnesty International, hanno presentato alla sede dell’Anpi una staffetta di eventi in occasione della prossima pronuncia della corte britannica. Dal 9 al 19 febbraio, da Reggio Emilia fino a Ravenna saranno organizzate manifestazioni, proiezioni e flash mob. Tentativi di sensibilizzare la popolazione rispetto all’iter giudiziario che potrebbe concludersi tra qualche settimana e che lascerebbe come ultima speranza ai legali di Assange solo il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Quella per il fondatore di Wikileaks è una fiaccolata simbolo che non coinvolge solo il mondo dell’informazione, ma la collettività. Per Marga Maria Venturi, del comitato di Reggio Emilia, si tratta di «Una lotta di coscienza». Lì la raccolta firme ha consentito già di conferire ad Assange la cittadinanza onoraria, di cui a Bologna si attende la discussione a Palazzo d’Accursio, nonostante il deposito delle firme sia arrivato già nell’autunno scorso.  «Ne abbiamo depositate duemila – spiega Fulvia Panza del comitato bolognese – speriamo ci sia una prima discussione prima del 20 febbraio in modo da dare un segnale come città».

 

Il progetto della staffetta però è nato da Elisabetta Mora e Angela Bergonzi, due attiviste di Parma. Lì, tramite le associazioni “Donne in nero” e “Casa delle Pace”, continuano i presidi in piazza e la raccolta firme. «Nonostante la richiesta di cittadinanza onoraria non sia stata accolta, con l’Amministrazione comunale siamo riuscite a istituire il Premio Assange – spiega Mora –. Ragazze e ragazzi delle scuole superiori hanno partecipato con entusiasmo scrivendo elaborati incentrati proprio sulla libertà di stampa e il diritto all’informazione che rimangono i pilastri della nostra democrazia». Ai vincitori è andata una piccola donazione in denaro, spendibile nelle librerie indipendenti della città e finanziate anche dal contributo di Milena Gabanelli, giornalista e conduttrice televisiva, riferiscono le attiviste. A Bologna la staffetta farà tappa giovedì 15 febbraio a Villa Paradiso insieme a Sara Chessa, giornalista e autrice di “Distruggere Assange. Il prezzo della verità”. E si concluderà martedì 20 febbraio davanti al Consolato britannico di Milano. 

 

 

                                                                                              Elisabetta Mora e Angela Bergonzi del comitato di Parma 

 

 Stencil di Julian Assange in licenza Wikimedia commons