Sanità
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Dal 2022 al 2023 i casi di morbillo sono aumentati in Europa di 45 volte, ma in Italia la situazione resta sotto controllo. Dopo i 942 casi del 2022, infatti, l’Oms ne ha registrati 42mila nel 2023. La zona presa in considerazione dall’Oms, definita come “Europa”, non coincide strettamente con l’Unione Europea, ma comprende anche regioni come quelle del Kazakistan, della Russia e della Turchia; e proprio questi sono i tre Paesi in cui è stato riscontrato l’aumento più preoccupante di contagi, con un picco di 13mila casi in Kazakistan tra dicembre 2022 e novembre 2023.
Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, i dati sulla copertura vaccinale contro il morbillo nell’area bolognese sono ancora in fase di elaborazione, in attesa di essere consolidati a livello regionale e nazionale: «Facendo riferimento ai 24 mesi, cioè ai bambini nati nel 2021, abbiamo una copertura vaccinale del 96,3%», spiega Rita Ricci, direttrice della Pediatria di Comunità Ausl di Bologna. Questo perché il vaccino si effettua dopo l’anno di vita e le coperture, per convenzione, sono calcolate al ventiquattresimo mese, cioè sulla percentuale di bambini che entro il secondo anno di vita hanno effettuato la prima dose di vaccino contro il morbillo. Se, a livello europeo, il calo delle vaccinazioni sembra essere stato causato dal periodo del covid, secondo i dati dell’Ausl di Bologna la percentuale di vaccinazioni è rimasta invece abbastanza costante: 97,7% nel 2020 e nel 2021, e 97,4% nel 2022. Sono dati di copertura molto alti, specifica Ricci, soprattutto considerando che nel 2020 e nel 2021 c’è stato un forte rallentamento nelle vaccinazioni a cui è dovuto seguire un recupero.
Il morbillo è una malattia molto contagiosa che infetta le vie respiratorie. Può causare eruzioni cutanee e febbre molto alta, ma i suoi sviluppi più gravi consistono nelle – seppur rare – complicanze: otite, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti, che possono diventare più problematiche nei soggetti con patologia cronica. Per questo motivo, in Italia la vaccinazione contro il morbillo è stata resa obbligatoria nel 2017 e consiste in due dosi da somministrare preferibilmente in età pediatrica: la prima nei primi 12-15 mesi di vita, la seconda entro i 4-6 anni. È soprattutto grazie a questo obbligo che, secondo il report dell’Istituto Superiore di Sanità, nei primi otto mesi del 2023 in Italia sono stati riscontrati solo undici casi di morbillo, di cui nove confermati. «Dobbiamo cercare di vaccinare tutti – ribadisce Rita Ricci – Il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia non è offerto soltanto ai bambini, ma anche agli adulti che possono farlo. Di fatto, la rosolia in Italia è stata eliminata proprio grazie alla vaccinazione: un risultato enorme, ed eliminare il morbillo è l’obiettivo che stiamo cercando di raggiungere attraverso le strategie di prevenzione».
Se la prevenzione contro il morbillo è tutt’ora efficace, ci sono vaccinazioni in cui invece la copertura sarebbe migliorabile? «La prima che mi viene in mente è il papilloma virus», risponde la dottoressa Ricci. «L’obiettivo è il 95% di copertura, in Emilia-Romagna ci aggiriamo intorno all’80% – e andiamo meglio rispetto al livello nazionale. È un peccato, perché è la prima vaccinazione nei confronti di un virus che sappiamo possa prevenire tumori, sia nella donna che nell’uomo. Vaccinarsi significa prevenire il rischio di svilupparlo».
Nella foto, la direttrice della Pediatria di comunità Rita Ricci. In apertura, immagine in Licenza Creative Commons