Mobilità

mobilità

Nel suo negozio – chiuso per protesta contro Bologna 30 – è ancora appesa la foto di Matteo Lepore, immortalato soddisfatto mentre si fa barba e capelli. «Ma ora alcuni mi chiedono di toglierla dalla parete», confessa Dino CandelàÈ lui il proprietario dell’omonimo negozio, in via de' Carbonesi, tappezzato dagli scatti di clienti noti e meno noti, che da oggi e fino al 27 gennaio ha deciso di abbassare la serranda contro il provvedimento di mobilità lenta sotto le Torri, e che ora chiede al primo cittadino di ripensarci. «È la prima protesta della mia vita - precisa - Ma sto perdendo incassi e la situazione non potrà che peggiorare nei prossimi mesi». Una decisione che avrebbe maturato, infatti, non solo a fronte di una convinzione ideologica, ma sulla base dei disagi verificatisi nella sua sala dal 16 gennaio in poi, giorno in cui sono iniziate le multe alle infrazioni del limite di velocità. «Oltre i ritardi, ho ricevuto varie disdette. Specie tra chi proviene da Casalecchio di Reno e dalla provincia, che piuttosto che perdere ore per arrivare qui, ci ha rinunciato».

Nel suo negozio poi, la "Città 30", prima ancora che una battaglia, era diventata l’argomento di cui discutere, con proporzioni ben definite tra le fazioni: «Su 50 persone che si siedono qui, 48 si oppongono e solo due sono favorevoli». Candelà, però, non è contrario al progetto in toto, ma solo al perimetro dei suoi confini: «Sono più che favorevole ai 30 km/h in centro storico, così come lo ero ai T-Days e alla pedonalizzazione di questa strada. Ma non condivido l'estensione del limite fuori le mura». Da questa settimana di pausa forzata, che definisce «eroica», e dopo la quale tornerà a lavorare «non da sconfitto, ma avendo dato un contributo», si aspetta e invoca l'inizio di una catena di solidarietà  tra i commercianti, che lo prenda a modello.

E già nella stessa via, qualcun altro potrebbe raccogliere l'ispirazione. Alessandra Scopellitti del negozio di oggettistica "Il Calamario", al civico 3, esattamente di fronte alla barberia, si dice «pronta a chiudere se ci sarà bisogno. Lo dobbiamo fare tutti, perché ritengo i 30 fuori dal centro un sopruso punitivo nei confronti degli automobilisti». «Ho avuto fino a una settimana di ritardo per una consegna - racconta - non posso tollerarlo». Una presa di posizione che prescinderebbe dalle idee politiche: «Ho votato sempre e anche alle scorse amministrative a sinistra, ma sono stanca di votare contro me stessa». E aggiunge, «Non cambio idea su Matteo Salvini. Ma se riesce ad avere ruolo nel cambiamento di questo provvedimento, gli sono grata».

 

Nell'immagine: Dino Candelà. Foto concessa dall'intervistato.