shoah

«Il 7 ottobre, la strage di Hamas in Israele, rientra nelle parole di questo programma. Ma attenzione. Ci rientra solo perché ne scaturisce un nuovo punto di posizione». Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica di Bologna, vuole evitare di politicizzare una delle ricorrenze più importanti per la comunità ebraica: quella del 27 gennaio, Giorno della Memoria scelto dalle Nazioni Unite per continuare a tenere vivo il ricordo dei sei milioni di ebrei massacrati dai regimi nazifascisti.

«Non si parlerà di questioni politiche, del conflitto israelo-palestinese, si cercherà di mantenere ferma la posizione su quella che è la parola e il significato di Shoah (lemma biblico per “distruzione totale”, ndr), dandole il preciso connotato di genocidio. Che non può essere parola usata per abbinarsi ad altri eventi che purtroppo appartengono alla dimensione globale dei conflitti e delle violenze, non ultimo quello tra Israele e Palestina», prosegue De Paz. Rigetta così indirettamente quanto presentato pochi giorni fa da Sudafrica, Malesia e 800 associazioni umanitarie al Tribunale internazionale di giustizia de L’Aja, dove Tel Aviv è stata accusata di star compiendo un genocidio nella striscia di Gaza. «È ovvio che non si può far finta di niente. 20.000 vittime civili non possono passare con indifferenza, ma non dobbiamo e non va confusa la violenza con l’idea di fare memoria sulla Shoah, una condizione unica per i suoi effetti e per la sua strategia di applicazione», conclude il presidente.

L’attenzione degli organizzatori è rivolta invece alla crescita dell’antisemitismo, certificato da uno studio di fine novembre dell’istituto Cattaneo. Attraverso sondaggi agli studenti di tre atenei del Nord Italia, si è mappato come le incursioni di Hamas del 7 ottobre abbiano fatto riemergere posizioni antisemite. In particolare, è cresciuta la convinzione che Israele si comporti coi palestinesi come i nazisti fecero con gli ebrei negli anni ’30 e ’40. Se prima degli attacchi ne era convinto il 42% del campione, la percentuale cresce al 46,2 nei giorni immediatamente successivi agli attentati per attestarsi al 50% entro la fine di ottobre stesso. «Legato all’antisemitismo esiste il concetto di violenza – continua De Paz – e il concetto di distorsione della realtà. Il giorno della memoria è sulla verità, dobbiamo continuare a insistere affinché la verità possa essere lo strumento attraverso il quale la nostra società riesce a respingere questo tipo di violenza e di posizioni».

Il rappresentante della comunità ebraica evita di mescolare atti di 80 anni fa agli avvenimenti che a partire dalla striscia di Gaza stanno surriscaldando l’intero estero vicino israeliano. «L’antisemitismo appartiene a una dimensione culturale che è figlia non solo dell’ultima guerra, ma ha una storia ben più ampia e complessa», chiosa De Paz.

Una trama che, in effetti, va oltre sia all’attuale ennesima guerra tra Israele e comunità palestinesi, sia al genocidio nazifascista, indicando forse una sola sconfortante verità: l’essere umano ha la memoria breve.

E proprio per cercare di tendere questo sfilacciato elastico del ricordo che la città avrà numerose iniziative nel periodo che va da domenica 21 gennaio a mercoledì 31. Così come numerosi sono gli enti che metteranno in campo momenti di riflessione e spettacoli: Comune e rete biblioteche, Musei Civici, Alma Mater, Museo ebraico, Teatro del Baraccano, Istituto storico Parri, Aned (Associazione nazionale ex deportati) e le scuole della provincia. Sui siti delle varie strutture si potranno consultare i programmi nella loro interezza.

Tra questi il museo ebraico di Bologna (via Valdonica 1/5) ospiterà fino al 26 maggio una mostra che fa rivivere le vicende della famiglia Rimini, i cui membri sintetizzano le tre strade percorse dagli ebrei nei duri anni delle dittature nere: l’emigrazione, la clandestinità in patria o la deportazione. Apertura da domenica 21, ore 10.30.

Nel weekend 25-27 gennaio il teatro del Baraccano porterà in scena lo spettacolo “Sassolino”, rivolto ai più piccoli. Alle scuole è difatti dedicata una rassegna mattutina, un’altra serale sarà invece aperta a tutti.

Alle 17 del 25 gennaio nella biblioteca dell’Archiginnasio (sala Stabat Mater) si svolgerà un dibattito dal titolo “L’antisemitismo prima e dopo il 7 ottobre” in cui dialogheranno il presidente dell’istituto Cattaneo Asher Colombo, il saggista Emanuele Ottolenghi e l’ex direttore del Resto del Carlino Andrea Cangini.

Venerdì 26 sarà la politica a rendere omaggio alla commemorazione: alle 11, infatti, il consiglio comunale si riunirà per una seduta solenne, mentre nell’atrio del rettorato, in via Zamboni 33, sarà deposta una installazione floreale sotto alla targa commemorativa dei perseguitati per razza. L’omaggio delle autorità ai luoghi simbolo della Shoah sotto le Due Torri continuerà poi domenica mattina.

Nel pomeriggio di lunedì 29 Aned e Anpi premieranno i cinque scrittori vincitori de “Le donne della Costituzione. Il contributo delle madri costituenti”. In palio la partecipazione al viaggio della memoria al campo di concentramento di Mauthausen.

Stesso giorno, ore 18.30, il cinema Odeon proietterà in anteprima nazionale il film d’animazione “Arf” affinché gli orrori e la necessità della memoria siano coltivati fin da piccoli nelle nuove generazioni.

 

Nell'immagine le pietre d'inciampo di strada Maggiore 13. Foto di Tommaso Corleoni.