Città 30

Il secondo giorno di Bologna città 30 si apre tra il malcontento dei cittadini.

Lo scetticismo regna sovrano soprattutto tra chi in centro ci lavora, come Cristina, titolare di un bar in piazzetta Giorgio Morandi e abitante a Budrio. È categorica nel sottolineare come per colpa di questa nuova norma lei si debba alzare prima, anche perché lei dell’automobile non può fare a meno: «Il bus si ferma a 10 chilometri da casa mia e comunque io devo essere qui alle cinque del mattino, quindi non è un’opzione» ci dice, ammettendo che se la norma applicata dentro le mura potrebbe quasi avere senso, fuori lo perde completamente. 

Un altro elemento importante che sottolinea è che i 30 all’ora costringono molte automobili a viaggiare in seconda, aumentando il consumo di benzina e anche l’inquinamento. Si tratta di un elemento che richiamano in molti, anche Beatrice che gestisce una tabaccheria sempre in zona Strada Maggiore: «Per venire qui stamattina da Corticella non ho mai inserito la terza». 

Anche Alberto, lavoratore con un passato da corriere e profondo conoscitore delle strade bolognesi, non è d’accordo con la misura, soprattutto perché secondo lui la segnaletica è davvero poco chiara: «In alcune strade i 30, in altre i 50, che cosa bisogna fare? Non si capisce niente, servono più cartelli».
«Io ho due figli - esordisce Sofia che sente la nostra conversazione - e sono d’accordo sui 30 se parliamo del centro storico, delle scuole e degli ospedali, perché mi fa solo piacere se chi guida va piano in questi luoghi, anche chi lavora con le auto. Ma se parliamo della zona fuori le mura non ha alcun senso». E il "fuori le mura" non convince davvero nessuno, neanche Marcella e Rita, panettiere, che dicono che si devono alzare ancora prima di quel che già fanno, elemento che le fa arrabbiare non poco considerato che il loro lavoro ha ritmi e orari non proprio facili.

Interessante anche il punto di Elia, gestore di una caffetteria, che racconta come per lui sia impossibile andare in motorino con un suo amico se devono andare a 30 all’ora: «Insieme pesiamo troppo su uno scooter per andare a 30, non va proprio!» 

Se è troppo presto per stabilire quanto Bologna 30 stia costringendo a cambiare le abitudini dei bolognesi, Claudio e Luca sono abbastanza sicuri che il traffico in questi due giorni sia aumentato: «Ci abbiamo messo di più a tornare a casa ieri sera, anche perché i bus a trenta all’ora creano particolare disagio».

L’unica voce fuori dal coro è quella di Tommaso, padre di due bimbi, che si dice contento della misura. Ha impostato il limitatore della velocità della sua auto a 35 chilometri orari e portando i figli a scuola ha dovuto frenare solo due volte, sui tratti in discesa. I bambini sono arrivati puntuali in classe e il disagio non l’ha percepito, «Bisogna che le persone si abituino» dice. Vediamo se col tempo qualcuno sarà d’accordo con lui.

 

Foto Ansa