tendenze social

Asmr è una di quelle parole che vent’anni fa non esistevano. O meglio, qualcosa che c’è da sempre ma che prima non aveva un nome. L’acronimo, dall’inglese autonomous sensory meridian response, significa letteralmente “risposta autonoma del meridiano sensoriale”. Ed è quella particolare sensazione di benessere - un misto tra piacere, euforia e rilassamento profondo - che si prova ascoltando determinati suoni e rumori. Come parole sussurrate, fruscii, mani che accarezzano oggetti di uso quotidiano, unghie che sfiorano alcuni specifici materiali.

Il termine, coniato da Jennifer Allen nel 2010, inizia a diffondersi in concomitanza con le prime community online dedicate all’Asmr, nelle quali circolano video di youtuber che parlano sussurrando davanti al microfono, maneggiano oggetti metallici, spugne e spazzole per capelli e masticano a bocca aperta, provocando un leggero brivido lungo la schiena in chi ascolta. Rumori che non solo rilassano, ma possono anche aiutare ad addormentarsi e, talvolta, a placare ansia e sintomi depressivi.

A oggi i social brulicano di contenuti Asmr con visualizzazioni da numeri record: Youtube, Instagram, TikTok e Pinterest ne sono pieni, e il trend per il momento non sembra in fase d’arresto. Non solo, anche Netflix ha accolto la crescente richiesta di suoni soft da parte degli utenti, fornendo loro una serie di video della durata di un’ora ciascuno in cui si vede e si sente ardere della legna in un caminetto. Video per altro esistenti da tempo sui motori di ricerca.

Tra i benefici fisici derivanti dall’ascolto di questi tocchi figurano la diminuzione del battito cardiaco, la regolazione della respirazione, l’abbassamento della temperatura corporea e il rilascio di endorfine. Mentre, a livello cognitivo, i benefici si registrano sul grado di attenzione e sulla capacità di concentrazione.

D’altronde, come afferma il filosofo sudcoreano Byung-Chul Han ne La salvezza del bello, «la levigatezza è il segno distintivo del nostro tempo. È ciò che accomuna le sculture di Jeff Koons, l’iPhone e la depilazione brasiliana […]. La levigatezza non ferisce, e neppure offre alcuna resistenza. Chiede solo un like»

 

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