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Dalla sua camera nel centro di Bologna alle gallerie di uno dei più importanti musei italiani. Grazie a brevi video in cui racconta opere e autori con uno stile originale e coinvolgente, Rey Sciutto è diventato il divulgatore storico-artistico più cliccato sul web. A dirlo sono i numeri e la quantità di traguardi che ha raggiunto: una community di mezzo milione di seguaci sulle varie piattaforme (Il Sacro Calabro Impero), collaborazioni con musei di tutto il Paese e, prossimamente, conferenze e spettacoli a teatro. Arrivato a Bologna nel 2016 da studente, dopo due lauree in storia dell'arte e in arti visive, il ventiseienne di Pizzo Calabro ha saputo avvicinare giovani e adulti a una materia spesso ritenuta fredda e accademica. Battute, spunti di riflessione, un linguaggio contemporaneo e curiosità che, uniti a cambi di inquadratura repentini e a un tono ironico, tengono alta la concentrazione degli spettatori e mettono Rodin e Wiligelmo alla portata di tutti. Ne sono un esempio i video, pubblicati dal profilo TikTok de Gli Uffizi, in cui racconta le opere più prestigiose della galleria, ma anche il suo contenuto più virale di sempre che conta oltre 400.000 visualizzazioni: una clip in cui narra la leggendaria "rinoplastica" di Federico da Montefeltro, in cui spiega perché il personaggio si faceva ritrarre solo dal profilo sano, mentre l'altro era sfregiato da una ferita al volto. Il suo orgoglio? «Chi mi scrive di aver alzato la media dal 4 al 10».

 

Oltre mezzo milione di seguaci sui social e dagli inizi del 2023 la collaborazione con Gli Uffizi. Com’è nato il progetto con il museo di Firenze? 

«Quando ho iniziato a macinare followers su TikTok è arrivata la proposta delle social media manager de Gli Uffizi di realizzare qualche contenuto per il museo. Non ho dovuto pensarci un secondo: sono nati diversi video, pubblicati mensilmente, che hanno attirato molto pubblico. Ora non so come si evolverà la collaborazione perché non conosco le politiche che il nuovo direttore, Simone Verde, adotterà per la comunicazione».  

 

 

Rey Sciutto, nei panni di Cimabue, con l'ex direttore de Gli Uffizi Eike Schmidt

 

 

È stata questa la sua soddisfazione più grande in ambito lavorativo? 

«Direi di sì, è stata un’esperienza positiva e gratificante. Non solo dal punto di vista professionale, perché mi ha aperto diverse porte per lavorare con altre realtà, ma anche personale: passare dallo studiare per tutta la vita le opere de Gli Uffizi a collaborare direttamente con loro è una soddisfazione enorme».

 

È riuscito ad avvicinare migliaia di giovani e adulti al mondo dell’arte. Cosa l’ha spinta a iniziare?

«La voglia di riscattare le persone che, come me, hanno avuto professori poco accattivanti e superficiali. Mi sono reso conto che sul web mancava chi facesse divulgazione sull’argomento, così ho deciso di lanciarmi. Dopo una breve esperienza poco convincente su YouTube e un lento inizio su Instagram, nel 2021 sono passato a TikTok dove ho fatto il pieno di follower e visualizzazioni. Ora sono attivo anche su Instagram, Facebook e YouTube».

 

Quale crede sia la formula del suo successo? 

«Riuscire a raccontare in maniera ironica e leggera una materia che riguarda tutti, perché la storia dell’arte la facciamo noi e parla di noi. Non si tratta di matematica pura o fisica quantistica, che hanno regole specifiche e ben precise: l’arte può essere divulgata a un pubblico vasto, con un linguaggio e uno stile contemporanei, mantenendo alta la soglia dell’attenzione e divertendo il pubblico».

 

Spesso nei suoi video quadri di epoche lontane diventano strumento per riflettere di temi sociali e di attualità. Da dove nasce questa sensibilità? 

«L’arte è un prodotto di uomini e donne che racconta inevitabilmente sentimenti ed emozioni che tutti proviamo, ci accomuna. Quasi sempre, poi, la storia dell’arte è intrecciata alla politica e si presta bene a un confronto con l’attualità: piazzare una battuta sul governo di turno o avanzare una riflessione sulla società odierna diventa quasi naturale».

 

Vive a Bologna da diversi anni. Si sente a casa sotto le Due Torri? 

«Sono follemente innamorato di questa città e del suo insieme di culture diverse che non esiste da nessun’altra parte in Italia. Mai nella vita mi sentirò a casa se non vedrò più la Garisenda e la Torre degli Asinelli».

 

 

Rey Sciutto davanti a San Luca

 

 

Quali progetti e collaborazioni ha in programma per il futuro?

«Oltre alla partecipazione a The Floor, il game show di Rai 2 giunto alla terza puntata ieri sera, il 21 giugno farò il mio primo TedX a Bari. A febbraio, invece, uno spettacolo comico al teatro Bello di Milano ispirato a Le vite di Vasari. Ho molti impegni e tanti progetti, non ho intenzione di fermarmi».

 

Foto concesse dall'intervistato