Packaging

Sei mesi dopo l’annuncio dell’investimento, il gruppo Ima ha confermato il closing che ha portato la cessione del 45% delle quote a Bdt & Msd Partners, la banca d’affari di Warren Buffet. La banca subentrerà al fondo americano BC Partners, che aveva investito nell'azienda a partire dal 2020, nel momento del delisting in Borsa. Secondo le stime di "Financial Times", l’operazione valorizzerà Ima fino a 6,5 miliardi. Le cifre testimoniano la grande crescita del gruppo di Alberto Vacchi, presente in più di 80 Paesi con 54 stabilimenti di produzione in giro per il mondo e un fatturato di due miliardi nel 2022. Ima è ormai da anni tra le aziende più importanti a livello internazionale nel processo di confezionamento di prodotti farmaceutici, prodotti alimentari, cosmetici, tabacco, tè  (di cui è leader a livello mondiale) e caffè. L’operazione, come aveva spiegato nel luglio scorso il presidente e Ad Alberto Vacchi, «consentirà a Ima di avviare una nuova fase di crescita e di avere un ruolo di leadership nella transizione verso la sostenibilità dei materiali per il packaging», l'azienda potrà così «accelerare la nostra crescita globale, anche nel mercato statunitense». 

Una crescita che parte da lontano da quando nel 1963 la famiglia Vacchi ha acquistato l’azienda dal fondatore Andrea Romagnoli. Dal confezionamento di prodotti alimentari il gruppo si è quindi espanso anche nel settore farmaceutico, con il lancio di una macchina per la produzione dei blisterDa quel momento Ima ha vissuto una crescita che l’ha portata a espandersi, prima in Europa e poi in tutto il mondo, Cina e Stati Uniti comprese. La quotazione alla borsa di Milano a partire dal 2001 ha poi permesso ulteriori acquisizioni a livello internazionale e locale (tra cui le imprese bolognesi Corazza e GIMA). Ora il gruppo conta oltre settemila dipendenti in tutto il mondo di cui circa tremila a Bologna. Una scalata che l'azienda non vuole di certo interrompere. 

 

Una sede del Gruppo Ima, foto Ansa