Fiera
C’è un pezzo di Ucraina all’interno del Cersaie. Una presenza non solo simbolica ma anche ricca di significati e densa di nuove opportunità commerciali. La cordata di imprenditori arrivati a Bologna è guidata da Sergij Voitenko, presidente dell’Associazione della ceramica, ha l’obiettivo di scoprire le principali novità nel settore e definire i prossimi progetti di investimento per ricostruire il Paese. Ne parliamo con Ioan Lishchynski, direttore esecutivo dell’associazione.
Quanto è importante per voi essere presenti al Cersaie?
«Innanzitutto ci tengo a ringraziare Armando Cafiero, direttore di Confindustria Ceramica per l’invito. Per noi è importante perché si tratta della nostra prima partecipazione in fiera, ma anche perché siamo qui a rappresentare tutte le aziende ucraine del settore. Il nostro obiettivo è quello di dimostrare che, nonostante la guerra, resistiamo affinché le nostre attività produttive non muoiano».
Quante realtà sono presenti nel vostro stand?
«Il nostro spazio è condiviso da quattro aziende del settore, tra queste c’è Agromat, che rappresenta la maggiore rivenditrice di ceramica in Ucraina e lavora con produttori da tutto il mondo, in particolare da Spagna, Italia e Cina».
Quali sono le ultime novità che state promuovendo in fiera?
«Ci sono diversi prodotti su cui stiamo spingendo, dalle piastrelle di ceramica agli arredamenti da bagno, che vengono esportati in diciassette Paesi. Anche se, per noi che lavoriamo all’interno del mercato del lusso, il nostro pezzo forte restano gli specchi in legno, prodotti nell’area ovest dell’Ucraina e che vengono venduti principalmente nel mercato francese e tedesco».
Questo genere di eventi è importante, perché consentono di allacciare rapporti con altre realtà. Avete concluso nuovi accordi commerciali?
«Sì, tutte le nostre aziende hanno stipulato nuovi accordi e siamo molto soddisfatti anche per i risultati ottenuti, per aver avuto l’opportunità di allargare la rete delle nostre conoscenze».
Com’è possibile pensare alla ricostruzione in Ucraina, mentre il Paese si trova ancora sotto i bombardamenti?
«È vero, la situazione attuale resta complicata, ma faccio notare come altri Stati hanno già iniziato a investire sulla ricostruzione in Ucraina. Se non siamo noi per primi a credere sulla rinascita del Paese chi altro lo farà?».
Che aspettative avete per il futuro?
«Vorremmo ingrandire il nostro spazio, magari portando altre aziende ucraine che lavorano nel mondo della ceramica. In particolare, siamo interessati ad avere un buon rapporto con l’Italia perché c’è sempre stata un’ottima intesa tra i nostri popoli».
Ioan Lishchynski, secondo da sinistra, direttore esecutivo dell’associazione ceramica ucraina