Matrimoni

Conferenza stampa Tribunale Flaminio

81 cause concluse nel 2022, contro le 98 dell’anno precedente. Don Massimo Mingardi, vicario giudiziale del tribunale, ha commentato i dati sottolineando come stia proseguendo la tendenza alla diminuzione delle domande di nullità dei matrimoni.  Un calo riscontrato soprattutto nella seconda parte dell’anno, «arrivando a non avere arretrato da smaltire né cause da mettere a calendario delle udienze». Una situazione paradossale quella del Tribunale Flaminio di Bologna, che giudica le cause matrimoniali in prima istanza: dalla difficoltà di far fronte alla mole di lavoro alla scarsità odierna.

La riduzione del lavoro e delle domande ha come conseguenza positiva una minor durata dei processi, che per la metà si concludono entro un anno dall’avvio.

Ipotesi di correlazione tra la situazione di precarietà economica dovuta al conflitto in Ucraina e «l’accantonamento della volontà di verificare l’eventuale nullità del precedente matrimonio». Tra le cause di nullità presentate, sempre più frequenti quelle che riguardano difficoltà e fragilità psichiche delle persone. Da escludere un nesso tra la diminuzione delle domande di annullamento e il calo di matrimoni religiosi, siccome «spesso le nostre cause riguardano matrimoni celebrati anche diverso tempo fa», precisa Mingardi, quando i matrimoni cattolici erano più frequenti.  

A conclusione della conferenza, l’intervento del cardinale Matteo Maria Zuppi riprende le parole di Papa Francesco sull’importanza di spiegare l’itinerario della nullità, «vero e proprio percorso terapeutico, che riapre ferite e sofferenze ma che affranca dal passato e fa bene».

L’itinerario non mette in discussione la sacralità del matrimonio, ma è fondamentale ricordare come quest’ultimo «non serve soltanto alla gratificazione affettiva. Se si riduce tutto alla gratificazione, si fa male agli altri e a sé stessi».

 

 

Nell'immagine vicario giudiziale aggiunto don Marco Scandelli, cardinale Matteo Maria Zuppi, vicario giudiziale don Massimo Mingardi. Foto di Martina Rossi. Riproduzione riservata