Giudiziaria

Anche i messaggi con la madre sembrano testimoniare dell’ossessione di Giovanni Padovani per Alessandra Matteuzzi. Il 27enne accusato di aver brutalmente ucciso la sua ex il 23 agosto scorso avrebbe infatti intrattenuto, nei mesi precedenti l’omicidio, una stretta corrispondenza con la madre: le conversazioni, acquisite agli atti dell’indagine, erano pressocché monopolizzate dalla gelosia e dalle attenzioni che Padovani rivolgeva ad Alessandra, di cui pretendeva di conoscere nei dettagli i movimenti e le intenzioni, per influenzare indirettamente le dinamiche del rapporto. 

“Triangolazione” è il termine utilizzato dalla squadra mobile che ha svolto le indagini per definire il legame che univa l’indagato, la madre e la vittima: il rapporto di confidenza tra le due, secondo gli investigatori, sarebbe stato utilizzato da Padovani per reperire informazioni sulla vita di Alessandra e per controllarla.

Tre giorni prima dell’omicidio, la sera del 20 agosto, Padovani invia un messaggio vocale dai toni drammatici, in cui si scusa con la madre, presumibilmente per quello che è intenzionato a fare. La madre di Padovani, come stanno ancora ricostruendo le indagini, era messa a parte degli eccessi d’ira del figlio e della sottrazione delle password all’ex.  

Consapevole degli atteggiamenti del figlio, la madre oscillava tra il sostegno per lui, tutelato in una conversazione con Alessandra risalente a un mese prima del delitto, e la preoccupazione per il suo stato psicologico o il rischio di incappare in un’eventuale denuncia. 

«La mamma si è comportata da madre», dice l’avvocato Chiara Rinaldi che con il collega Antonio Petroncini assiste i familiari di Matteuzzi, evidenziando che «ci sarà tempo per approfondire la sua condotta».

A proposito della condizione psicologica dell’imputato, che andrà a processo il 3 maggio davanti alla Corte d’assise, Rinaldi commenta le dichiarazioni del difensore, Gabriele Bordoni, tenute durante “Mattino Cinque” che metterebbero in dubbio la presenza di Padovani alla prima udienza, l'avvocato Rinaldi aggiunge: «Prendiamo atto delle dichiarazioni fatte sulla asserita incapacità di stare in giudizio di Padovani, rilevando che se così fosse ci saranno le persone proposte alla valutazione di questo stato, tuttavia ci sembra veramente azzardato e un tentativo estremo per allungare i tempi di un processo che deve ancora essere incardinato».

 

Nell'immagine Alessandra Matteuzzi. Foto Ansa