Istruzione

Liceo Minghetti manifesto

Da oggi il Liceo Classico Minghetti, insieme alle sedi delle due succursali di vicolo Stradellaccio e Ca' Selvatica, è occupato. E lo sarà presumibilmente fino a sabato 1 aprile. «Un gesto di protesta per riappropriarci dei nostri spazi e rivendicare i nostri diritti», queste le parole delle studentesse e gli studenti firmatari del manifesto.

 

L’indifferenza del governo Meloni nei confronti della strage di Cutro, l’episodio di aggressione ai danni degli studenti del Liceo Michelangiolo di Firenze da parte di un gruppo di Azione studentesca e la (non) reazione del ministro Valditara: parte così la denuncia della «legittimazione del fascismo da parte delle istituzioni» dei partecipanti all’occupazione. «Vogliamo rivendicare l’identità antifascista del Liceo Minghetti, che sceglie di schierarsi, e non di voltarsi dall’altra parte», sottolineano.

 

Le critiche non risparmiano l’ambiente scolastico: i liceali spiegano di soffrire di «problemi di ansia e stress dovuti alla centralità della valutazione e alla competitività che ne deriva». Chiedono un sistema diverso, una «scuola meno selettiva e più inclusiva», che gratifichi gli studenti nelle attività che svolgono e non nelle votazioni.

In particolare, denunciano una mancanza di inclusività nel loro liceo, che «quest’anno è stata alimentata dalla proposta di tetti per le gite di fine anno inaccettabili», costi che non possono essere sostenuti da alcuni studenti, impossibilitati così a partecipare.

 

Sul ruolo del docente, la richiesta degli alunni è chiara: è importante che ci sia «un rapporto non conflittuale, ma di rispetto bi-laterale». Una relazione che però è ostacolata dal fatto che gli insegnanti sperimentano «indegne condizioni di lavoro», una questione che peraltro non costituisce «una priorità» per lo Stato.

 

È dura poi la critica nei confronti del Pcto, ciò che un tempo si chiamava Alternanza Scuola Lavoro, «un sistema che espone le persone a pericoli che, talvolta, si rivelano essere anche fatali».

Più risorse al sistema scolastico pubblico ed educazione civica e sessuale come parte dell’offerta formativa: ecco le proposte avanzate dagli studenti. Lamentano una formazione non adeguata del corpo docente riguardo a tali materie e un’offerta troppo limitata di argomenti. Questo rappresenta un problema, dato che le discipline in questione «nonostante siano essenziali per lo sviluppo di una crescita personale, sono trattate in maniera superficiale e marginale».

 

Tornando al tema finanziamenti, gli studenti definiscono la scuola usata come un «bancomat», sia da governi di centrodestra, sia da governi di centrosinistra, che hanno preferito investire le risorse nell’industria bellica. «Rivendichiamo un'istruzione pubblica e di qualità»; è con questa richiesta che il manifesto si chiude.

 

Foto: Agenzia Dire