Quindici
«Nel 2022, a causa dell'inflazione, abbiamo speso 13 milioni di euro in più per il carburante e lo Stato ci ha dato solo 3,5 milioni come aiuto». È questo uno dei passaggi della lunga intervista che la presidente e amministratrice delegata di Tper, Giuseppina Gualtieri, ha dato alla redazione di "InCronaca" (quella integrale sarà pubblicata dal periodico "Quindici" del 2 novembre 2023), in cui ha affrontato i problemi e le opportunità del trasporto pubblico locale a Bologna e in regione, a partire dall'aumento del costo dei combustibili, passando per la difficoltà di reperire gli autisti, il progetto "Bologna 30" e gli investimenti sul tram e sui bus a idrogeno.
È stato affrontata anche la questione dei lavoratori Tper, in rotta con l’azienda negli ultimi mesi per le buste paga considerate troppo basse. I sindacati vogliono equiparare gli stipendi degli apprendisti con quelli dei nuovi assunti e, più in generale, chiedono un aumento dei salari vista l’inflazione galoppante. Gli autisti in apprendistato guadagnano circa 1.200 euro al mese, con la garanzia dell’assunzione dopo tre anni; quelli già assunti ne prendono 1.500. Lavorare con bus strapieni nel traffico è faticoso e molti, soprattutto nuovi lavoratori, abbandonano il posto. «Prima avevamo tantissime domande di lavoro e facevamo le graduatorie con le selezioni, adesso la carenza fa sì che le assunzioni avvengano di continuo», ha spiegato Gualtieri. «La carenza di autisti negli autobus non è un problema solo bolognese o italiano ma europeo. È una questione seria e l’azienda, consapevole di questo, sta cercando soluzioni da due anni», ha puntualizzato la presidente ai vertici dell’impresa da undici anni.
Gualtieri ha ricordato che l'inflazione ha fatto aumentare pesantemente i costi di approvvigionamento con i fornitori quando invece il costo del biglietto è rimasto a 1,50 euro. Il trasporto pubblico, ha spiegato, non ha modo di aumentare le proprie tariffe, ma ha costi fissi che si coprono o con il pagamento diretto o con le imposte. L'aumento degli stipendi, alla luce di queste variabili, è dunque al centro della trattativa sindacale. Gualtieri ha lamentato come le aziende del settore del trasporto pubblico oggi sono regolate come imprese ma spesso c'è chi le considera come vecchie municipalizzate. «Stiamo facendo assunzioni continue – ha concluso Gualtieri – anche con progetti che consentano alle persone interessate a fare questo lavoro di entrare in una prima selezione anche senza avere ottenuto prima la patente e la certificazione, costi molto onerosi che ora sono a nostro carico. Questi incentivi, per ora, hanno dato buoni risultati». Insomma, l'azienda paga pure le patenti ai futuri autisti ma resta una difficoltà a trovare nuovo personale. Per aumentare le paghe e per ammodernare la flotta servono dunque risorse aggiuntive che arriveranno o dall'aumento delle tariffe o da fondi pubblici, tenendo conto della difficile situazione economica.
Sull’introduzione del programma “Bologna 30”, che limita la velocità nel centro storico, Tper sta facendo studi e simulazioni per valutarne l’impatto sull’efficienza del servizio bus. I risultati non sono ancora stati pubblicati perché la rilevazione non è ancora conclusa. «Si guarda di capire le conseguenze principalmente sulle strade più importanti – ha detto l’amministratrice –. Il lavoro è in corso e credo che si possano trovare soluzioni insieme alle istituzioni, come è sempre stato fatto». L’azienda non si mostra preoccupata, anche perché la velocità media dei bus in centro è già inferiore ai 30 chilometri orari. «Certamente ci potranno essere degli impatti, vedremo quali. Magari si tratterà di cambiare un percorso, aggiustare un cambio semaforico oppure fare corsie dedicate. Ovviamente – ha precisato Gualtieri - dove ci sarà il limite dei trenta, gli autisti dovranno rispettarlo». La speranza di chi paga il biglietto è che diminuiscano gli incidenti sulla strada, non le corse dei bus.
Nel 2026 entrerà in funzione la tramvia, un esempio di mobilità che ha già dato ottimi risultati in altre città europee per numero di passeggeri e tagli alle emissioni. Bologna segue l’esempio di Firenze, simile in grandezza e abitanti, dove l’amministrazione sta costruendo la terza linea per integrare, in modo sempre più ecologico, il centro con le periferie. Questa, ha spiegato Tper, sarà unita alla rete dei bus e filobus. «C’è già adesso un lavoro importante di sinergia fra le diverse linee e sugli investimenti - ha evidenziato la presidente - Quelli che stiamo facendo adesso sull’elettrico o sull’idrogeno sono complementari a quelli del tram».
L’obiettivo per Bologna resta quello di trasformarsi in una città carbon free, ovvero dove il sistema di trasporto pubblico sarà 100% senza emissioni grazie all’elettrificazione dei mezzi su gomma, ai tram, al metano e soprattutto agli investimenti sul carburante del futuro: l’idrogeno. Già nella fine dell'anno saranno in deposito i primi esemplari di questi mezzi del futuro
Nell'immagine Giuseppina Gualtieri. Foto di di Chiara Scipiotti.