Agricoltura
Quantificare e prevenire i fenomeni metereologici estremi attraverso un uso scientifico dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale. È questo l’obiettivo che si prefigge la fondazione emiliana Ifab, da sempre impegnata a rendere compatibile l’utilizzo dell’alta tecnologia con le necessità della società e delle aziende, in collaborazione con Coldiretti. «L’effetto dei cambiamenti climatici, con l’alternarsi di siccità e alluvioni, aveva già fatto perdere, nel 2022, 6 miliardi di euro a livello nazionale, tra cali della produzione agricola, danni alle infrastrutture nelle campagne, frane e smottamenti», afferma Nicola Dalmonte, vicepresidente regionale di Coldiretti, in occasione dell’evento “Agricoltura nel clima che cambia”. L’iniziativa, promossa dal lavoro sinergico tra l’Hi Tech della fondazione e il mondo dell’agricoltura, presenta uno strumento che, utilizzando i dati come se fossero informazioni, può elaborare un modello previsionale e incentivare delle pratiche agricole innovative e resilienti. L’esigenza di sfruttare al meglio i dati metereologici serve a raggiungere delle conoscenze più approfondite riguardo ai fenomeni delle alluvioni, della siccità e degli incendi. Fenomeni sempre più frequenti e drammaticamente legati a delle considerevoli perdite economiche. Secondo il report di Ifab, i fenomeni idrogeologici pericolosi sono aumentati del 64% rispetto all’anno scorso. Dopo le conseguenze disastrose delle alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna la scorsa primavera e la Toscana più recentemente, Dalmonte ha riconosciuto l’immensa potenzialità che gli strumenti di ricerca di Ifab rappresentano per salvare l’agricoltura, che sostiene essere l’«attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici».
Incontro di Ifab e Coldiretti "Agricoltura nel clima che cambia". Foto: ufficio stampa.