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I sindacati di base non ci stanno. A Bologna Adl Cobas e Sgb hanno manifestato davanti alla sede di Legacoop per richiedere il rinnovo del contratto per i dipendenti delle cooperative sociali scaduto nel 2019. Si è arrivati a più di 2.200 firme, attraverso la piattaforma change.org, da recapitare ai vertici dell’azienda. Le stesse proteste si sono verificate anche a Milano e Roma.

I tre punti salienti toccati dai sindacalisti risiedono nell’adeguamento salariale, nella riduzione dell’orario di lavoro e nella tutela dei diritti riguardanti la maternità. Un ulteriore aspetto è quello della cancellazione della banca ore, la quale rende flessibile al 100 per cento il lavoratore in seno al contratto. I sindacati stanno provando a esercitare una pressione per l’equiparazione dei nuovi contratti con quelli del ramo pubblico.

 

Laura Castellani di Adl Cobas Rimini ha affermato: «Abbiamo bisogno di stipendi più alti, ma questo può avvenire solo col rinnovo del contratto scaduto nel 2019». Dello stesso avviso Rosella Chirizzi di Sgb Bologna: «É necessario provvedere all’aumento della paga, perché noi siamo uno dei famosi contratti delle 'paghe da fame', firmati da Cgil, Cisl e Uil». E sulla maternità ha sostenuto che «il contratto delle cooperative sociali paga solo l’80 per cento. Quindi se la cooperativa integra va bene, se non integra paga solo l'80%»

 

Anche Coalizione civica, dalle sedute del Consiglio comunale, si è aggiunta alla protesta. Il capogruppo Detjon Begaj ha espresso «piena solidarietà, a nome del gruppo politico, alla causa dei lavoratori».

 

Nell'immagine la sede Legacoop. Foto: Ansa