sanità
La sala è piena. Le sedie non bastano. Il cordone di gente stipata sull’uscio accompagna con un lungo applauso l’ingresso di PierPaolo Bombardieri, il segretario generale della Uil, arrivato al Policlinico Sant’Orsola di Bologna per discutere e ascoltare i numerosi temi caldi riguardanti la sanità.
In scaletta non c’è solo la mobilitazione prevista (insieme a Cisl e Cgil) per protestare contro la manovra economica del Governo, che prevede tagli per almeno due miliardi di euro. «Questo non può soddisfarci – afferma Bombardieri – si doveva pensare di più ai salari e bisognava trovare ulteriori risorse per il rinnovo dei contratti pubblici. Siamo all’interno di un ospedale e per restare in tema si può dire che bisognava curare di più con investimenti pubblici la sanità».
Le problematiche sono tante, rimarcate dai numerosi interventi di lavoratrici e lavoratori del comparto ospedaliero che hanno animato l’assemblea. La sicurezza è il vero leitmotiv: i casi di aggressione al personale medico e infermieristico da parte di pazienti e familiari aumentano. Questo porta tanta gente a dimettersi per la mancanza di una tutela che riconosca, a livello contrattuale ed economico, questa sovraesposizione al rischio. «Per avere maggiori garanzie e un carico di lavoro meno gravoso molte professionalità scelgono di lavorare nel privato», precisa la segretaria regionale Uil, Filomena Ciociola.
Il disegno di una privatizzazione della sanità sul modello lombardo è un incubo paventato più volte, anche dalla direttrice generale dell’azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Chiara Gibertoni. Ciò comprometterebbe l’universalità e la gratuità di un servizio, come quello sanitario, che risulta essere l’ultimo baluardo della democrazia.