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Addio ai veicoli inquinanti. L’ok definitivo è arrivato dal Parlamento europeo: stop alle nuove immatricolazioni a benzina e diesel dal 2035. E, anche se le grandi aziende del territorio hanno già avviato la transizione all’elettrico, il provvedimento allarma tanto il presidente della Regione Stefano Bonaccini, quanto i rappresentanti di chi le supercar le costruisce nella Motor Valley dell’Emilia-Romagna.
«Sono preoccupato per la filiera di 16mila piccole imprese artigiane che danno lavoro a 80mila persone - ha detto Bonaccini durante la trasmissione Coffee Break su La7 - Bisogna avere coraggio e servono politiche industriali che possano riconvertire quelle imprese nell’accompagnarle nella trasformazione».
Marino Mazzini, segretario Cisl dell’area metropolitana, risponde così a InCronaca: «È una decisione che condividiamo a livello di sostenibilità ambientale, ma a questa deve corrispondere una sostenibilità industriale».
Dodici anni e le nuove immatricolate dovranno essere a emissioni zero. Al cento per cento. Una scadenza che preoccupa Mazzini perché «stiamo parlando di industria complessa. Il 2035 è dietro l’angolo, dovremmo iniziare a lavorarci domani. E domani sarebbe comunque già tardi». Per questo chiede «un tavolo di monitoraggio e permanente, per capire quali siano le ricadute e affrontare temi tanto delicati», come l’occupazione.

 

Massimo Mazzeo, segretario della Cisl Bologna, pone l’accento sullo stabilimento Marelli. Ferrari, Maserati o Lamborghini hanno già avviato la transizione all’elettrico. «Siamo preoccupati per le aziende più piccole. Marelli produce componenti per il motore interno, quindi è pienamente coinvolta dal provvedimento».

 

Il costo delle auto elettriche, poi, è un problema che riguarda tutti e «oggi arriva al 50 per cento in più di quelle tradizionali. Chi può permettersele?», conclude Mazzeo. 
Nell'immagine il tubo di scappamento di un'auto. Foto Ansa.