Cop 28

Secondo Vincenzo Balzani,  il chimico di fama e membro del gruppo vincitore del premio Nobel nel 2016, alla Cop28 di Dubai è stato raggiunto il «miglior accordo possibile sul clima». I delegati dei 198 Paesi presenti alla Conferenza hanno formalizzato il Global Stocktake, piano che prevede la riduzione delle emissioni di gas serra. L’intesa prevede uno stanziamento annuale di 4,3 mila miliardi nell’energia pulita fino al 2030, con un aumento a cinquemila miliardi fino al 2050. Le emissioni nette zero dovranno essere raggiunte proprio entro quell’anno. Bisognerà anche triplicare entro il 2030 la capacità di energia rinnovabile.

Sull’accordo le parole del presidente della Cop, Sultan al Jaber, sono inequivocabili: «Per la prima volta in assoluto abbiamo scritto combustibili fossili nel testo». Ecco cosa risponde a InCronaca Vincenzo Balzani:

 

Cosa ne pensa riguardo l’accordo firmato in seno alla Cop28? Si sta facendo abbastanza per contrastare il cambiamento climatico?

«Meglio di così non si poteva fare. La situazione è tanto complicata perché ci sono di mezzo interessi enormi che si sovrappongono e vanno al di là delle evidenze scientifiche. Il cambiamento climatico avviene gradualmente e non sappiamo bene quali saranno gli effetti futuri sulla Terra. Le previsioni degli scienziati ci dicono che non possiamo aspettare il 2050 per eliminare l’utilizzo dei combustibili fossili. Stiamo vivendo una situazione precaria».

 

Sono presenti nell’intesa responsabilità collettive, ma differenziate. Un suo parere sul trattamento riservato a Paesi come la Cina, l’India e altri in via di sviluppo.

«Bisogna pensare che tutti i Paesi occidentali hanno utilizzato i combustibili fossili finché hanno voluto, sviluppandosi moltissimo. Cina e India, che contano quasi un miliardo e mezzo di abitanti ciascuna, non sono molto contente di abbandonare le fonti energetiche ‘facili’».

 

L’acme delle emissioni di gas serra a livello mondiale si avrà nel 2025. Secondo lei i miglioramenti sono possibili?

«Considerato che tutti i Paesi vorranno sempre più usare i combustibili fossili, la situazione subirà dei peggioramenti, a maggior ragione nel breve termine».

 

Il nucleare viene menzionato nell’accordo in forma generica. Sarebbe favorevole, nel caso, alla reintroduzione in Italia?

«Sarebbe un grave errore tornare all’energia nucleare. Il rischio di incidenti è grande e facciamo già fatica a smaltire i residui che abbiamo stoccati sul nostro territorio».

 

A quali rinnovabili darebbe priorità per una giusta transizione energetica?

«Alle fotovoltaiche, alle eoliche e alle idroelettriche. Le altre sono marginali».

 

 Nell'immagine Vincenzo Balzani. Foto di Albris