debiti

Piccoli imprenditori, ludopatici, donne in difficoltà per aver prestato la propria firma di garanzia sui mutui di mariti e figli, dipendenti da sostanze. Questi alcuni dei bolognesi che si sono rivolti allo Sportello sovraindebitamento della Città metropolitana, attivo dal 2018. Lo strumento operativo del Protocollo d'intesa con gli ordini di commercialisti e degli avvocati di Bologna - e  appena rinnovato, con alcune novità, fino al 2025 - è nato per guidare le persone in difficoltà economica, che rischiano per i troppi debiti accumulati, aiutandoli a trovare soluzioni che consentano loro di uscire da questa situazione.

In questi cinque anni lo sportello ha ricevuto 1.004 richieste di appuntamento, 583 da uomini, 421 da donne, con un'età media di 51 anni. «Questo modello che abbiamo messo in piedi a Bologna è stato presentato alla Regione, che sta partendo con un progetto in altri capoluoghi», rivendica  la presidente dell'Ordine dei commercialisti, Enrica Piacquaddio. «Ci sono persone estremamente fragili che hanno necessità di essere accompagnate. Gli ordini hanno anche la funzione di garanzia e contrasto all'abusivismo».

Tra le novità introdotte vi è la possibilità di porre il compenso dovuto all'organismo di composizione in pre-deduzione, inserendolo nella cifra su cui andrà trovata la soluzione. «Questo strumento nasce all'interno della norma cosiddetta anti-suicidi e per contrastare l'usura. È un aiuto concreto ai cittadini che possono trovare supporto in un percorso complicato, venendo assistiti da professionisti con formazione specialistica e specifica» spiega Piacquaddio, Gli ordini forniranno allo sportello sovraindebitamento un elenco di professionisti, già iscritti nell'elenco dei gestori della crisi dei rispettivi ordini, disponibili ad assumere l'incarico di consulente per l'istruzione della pratica, per la verifica documentale e per la predisposizione del ricorso ed eventuale deposito dello stesso. Questi elenchi saranno consegnati dallo sportello agli utenti che ne faranno richiesta.

 

 

Un portafogli vuoto. Foto di Giorgio Papavero