Garisenda

Cantiere Garisenda

Marco è toscano di origine, ma bolognese d'adozione, dato che vive nel capoluogo emiliano dal 1999. Da dieci anni lavora come barista nel Bar Lime di via Zamboni. 

Di seguito alcune sue opinioni sulle difficoltà economiche legate ai lavori per la Garisenda. 

 

Da un mese a questa parte la città è in tensione per il rischio crollo della Torre Garisenda e Piazza di Porta Ravegnana è completamente transennata. Come è cambiata la situazione da un punto di vista commerciale in questo periodo?

«Il problema più grosso è stato sicuramente la chiusura di via San Vitale. Con quella disposizione devo dire che c’è stato un calo della clientela in linea generale del 30 o 35% e nel periodo diurno la perdita di clientela è stata ancora più significativa. La sera la gente continua a uscire, a frequentare i locali, ma, per essere chiari, diciamo che il calo verticale si è registrato durante il giorno». 

 

Un calo notevole se si parla del 35%.

 «Guardi, le faccio un esempio. Prima della chiusura di via San Vitale, dopo l'ora di pranzo nei tavolini fuori c'erano una trentina di persone da servire. Adesso in quella fascia oraria non si vede praticamente nessuno. Per fortuna la gente continua a venire per l'aperitivo, dalle 18 in poi, perché sennò le perdite sarebbero addirittura maggiori». 

 

Stamattina si sono aperti i cantieri per la Garisenda. Il sindaco ha detto che i lavori potrebbero durare dieci anni. Qualche commento?

«Oggi sono arrivati i primi container. Se ne arrivano altri, ci sarà una costruzione più alta del muro di Berlino e certamente da un punto di vista estetico non sarà piacevole alla vista. Alla fine sarà una muraglia di container rossi. Speriamo comunque che in qualche modo questa installazione diventi un’attrazione turistica, così da avere qualche entrata in più, perché altrimenti, per un centro storico e un bar che fa un servizio di cocktail e tapas, con il poco sole disponibile e il traffico completamente cambiato, la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente». 

 

C'è chi dice che bisognava mettersi all'opera molto tempo prima e chi invece pensa che sia giusto essere intervenuti quando le oscillazioni sono diventate preoccupanti. Lei ha qualcosa da dire? 

 «Quando la gente si accorge di qualcosa interviene. Spero solo che il Comune apra dei tavoli di discussione perché le attività commerciali di alcune zone, come per esempio questa a ridosso delle Due Torri, hanno sicuramente bisogno di una mano».

 

Nell'immagine, il cantiere e i container montati per la Garisenda. Foto Ansa