Viaggi

Viaggiare in aereo costa caro tutto l’anno, ma sotto Natale i prezzi diventano proibitivi. Soprattutto per chi, nei giorni che vanno dal 23 dicembre al 2 gennaio – giorni che rappresentano il periodo clou delle festività – deve raggiungere la propria famiglia in Sicilia o in Sardegna, partendo dai capoluoghi del nord. A dimostrare l’incredibile differenza che caratterizza i prezzi dell’ "alta stagione" dalla "bassa" (coincidente con le giornate di poco successive alla Befana, dal 13 al 23 gennaio) sono i dati dell’indagine condotta da Altroconsumo, pronti ad essere condivisi con l’Antitrust per fornire un’analisi precisa del fenomeno.

Il risultato dell'organizzazione è che, di media, un viaggio aereo A/R per le vacanze svuota i portafogli dei viaggiatori di 288 euro, mentre a gennaio la media torna ad aggirarsi intorno ai 70 euro. Secondo Altroconsumo, quindi, si può arrivare a spendere quasi 500 euro per un biglietto aereo, pagando fino al 1130% in più rispetto al solito.

In testa alla classifica ci sono le tratte Milano-Catania e Milano-Cagliari. Ma il viaggio per la Sicilia è estremamente caro anche per chi studia o lavora a Bologna. «Quest’anno i biglietti per rientrare a Trapani li ho pagati 180 euro e, pur vivendo a Bologna, sono stata costretta ad acquistarli da Pisa dovendo affrontare, oltre al volo, anche il costo di questo spostamento attraverso i treni regionali, perché trovarli da Bologna a un prezzo inferiore era impossibile», racconta Alessandra, originaria di Fontana Salsa, in provincia di Trapani.

A confermare la difficoltà, organizzativa ed economica, che contraddistingue la tratta Bologna-Sicilia nel periodo natalizio c’è anche Manuel, lavoratore residente nel capoluogo emiliano ma originario di Rocca di Capri Leone, comune in provincia di Messina. «Ho monitorato per tre mesi l’andamento dei prezzi dei voli, ma ho comprato i biglietti solo quando ho avuto l’okay dal lavoro. Il risultato è che dal 25 dicembre al 7 gennaio ho pagato 250 euro il viaggio Bologna-Palermo. Il costo è elevatissimo ma chi, come me, abita lontano da un capoluogo di provincia, è costretto a prendere l’aereo perché i mezzi di trasporto sono lenti e inaffidabili».

Tornare a casa non è affatto semplice neanche per Gloria, studentessa residente a Bologna, che racconta la disorganizzazione che caratterizza le infrastrutture pugliesi, costringendo i suoi corregionali a rinunciare a prendere l’aereo. «In Salento il primo aeroporto vicino è quello di Brindisi, lontano più di un’ora da paesi come il mio e non collegato da mezzi di trasporto di alcun tipo. Prendere l’aereo vuol dire pagare tantissimo il biglietto, aggiungere il costo dei bagagli messi in stiva e ancora l’extra di qualche parente che ti venga a prendere in macchina in aeroporto. Alla fine preferisco il treno, anche se ci mette nove ore». A fare la stessa scelta di Gloria, ci sono anche tanti ragazzi siciliani, trasferitisi a Milano per esigenze lavorative. Come racconta Salvo, avvocato praticante nel capoluogo lombardo. «Pur comprandolo prima, il biglietto per rientrare in Sicilia costa quasi 300 euro a prescindere dalla città da cui parti, che sia Bergamo o Milano. Io, quest’anno, ho deciso di prendere un Flixbus per risparmiare, perché cambiare le date del viaggio, partendo prima o dopo il "periodo caldo" delle festività  non era compatibile con il  mio lavoro».

 

Aeroporto Marconi di Bologna. Foto: Ansa