Congedo di paternità
L’azienda parmense che dal 1800 riunisce le famiglie italiane attorno alla sua pasta, continua a legarle, ma stavolta attraverso i diritti. La Barilla ha annunciato infatti che concederà ben tre mesi di congedo parentale retribuito a tutti i genitori: 12 settimane pagate a cui potranno accedere, alla nascita di un figlio, donne e uomini, e che non terrà conto dello status maritale, o dell’orientamento sessuale della coppia, e nemmeno dello status di filiazione che li lega ai minori , varrà quindi anche nel caso dell’adozione.
Una novità che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024, per tutti gli 8.700 dipendenti, presenti in tutti gli stabilimenti il mondo e che si adeguerà agli standard legislativi del paese dove l’azienda ha sede, solo se sono più vantaggiosi della sua politica. Nel caso dell’Italia, ad esempio, rimarrà invariato il sistema previsto per la maternità, mentre per i papà si passerà dai 10 giorni previsti per legge, alle 12 settimane dall’azienda.
Una decisione di welfare interno, che vuole valorizzare diversità e inclusione, e che come ha specificato da Barilla, Floriana Notarangelo a La Stampa, mira a «valorizzare la genitorialità e a diminuire uno dei fattori principali che determina il gender gap a livello lavorativo». E ancora, «siamo consapevoli che ogni famiglia è unica e che non esiste una figura genitoriale più importante di un' altra. Vogliamo creare le condizioni affinché le persone possano vivere con gioia l’arrivo di un figlio».
Una scelta che potrebbe ispirare altre realtà, e che sul territorio italiano ha già dei precedenti a livello di multinazionali: il gruppo alimentare Nestlè, nel 2022, l’azienda aveva concesso tre mesi retribuiti a papà, così come ai caregivers per il sostegno parentale. La Vodafone, invece, aveva messa in campo un’altra misura, ancora più estesa: 4 mesi pagati al 100%. Mentre a IntesaSanPaolo sono stati concessi permessi specifici retribuiti in occasione di nascita di un figlio.
Nell'immagine: Guido Barilla. Foto: Ansa.