lavoro
«Nella commissione plenaria del Cnel, che si è riunita prima del parere di Cgil, Cisl e Uil (gli unici tre sindacati invitati a rappresentare i lavoratori nella commissione speciale), Usb ha votato contro il primo documento di sintesi sul salario minimo». Così ha detto Federico Fornasari dell’Unione sindacale di base (Usb) a Bologna. «Il Cnel non ha ancora affossato la proposta di legge sul salario orario minimo, ma certamente l’esito di questa prima fase istruttoria è un pessimo inizio».
Ieri l’assemblea del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel) - incaricato dalla premier Meloni di fare un tavolo con i sindacati - si è riunita e ha illustrato gli esiti della prima fase istruttoria tecnica su lavoro povero e salario minino. Nel documento il Consiglio sostiene che la contrattazione collettiva copra più del 92% dei lavoratori e perciò non vi è la necessità di una legge specifica sul salario minimo. Secondo l’istituto la povertà lavorativa non dipende tanto dalla retribuzione quanto dai “tempi di lavoro (ovvero le ore di lavoro settimanali e quante settimane si è occupati nell’anno), la composizione familiare e l’azione redistributiva dello Stato”. Insomma, siccome più di nove lavoratori su dieci hanno un contratto collettivo nazionale, la battaglia per l’aumento dei salari non deve essere un affare dello Stato, ma dei rapporti fra sindacati e datori di lavoro.
«Noi abbiamo votato contro per due semplici motivi – continua Fornasari –. Primo, perché, anche se meno del 10%, sono comunque tantissimi i lavoratori non coperti dal contratto collettivo. Secondo, se questi contratti prevedono comunque una retribuzione inferiore ai 9 euro l’ora, ovvero il salario minimo proposto, la condizione resta comunque indegna. Ci sono lavoratori in alcuni settori, come la vigilanza o i multiservizi, dove la paga può scendere sotto i 6 euro». Usb si riferisce in particolare alla sentenza della Cassazione dove i giudici hanno dichiarato incostituzionale una parte del contratto nazionale di vigilanza privata che prevedeva 3,96 euro netti euro all’ora. «Per non parlare poi del lavoro nero che è ancora tanto» ha detto il sindacalista.
L’Usb bolognese ha parlato di una lotta sindacale troppo debole che non permette una seria contrattazione fra le parti del contratto. «La lotta sindacale la fanno ormai pochi sindacati minori. Cgil, Cisl e Uil non hanno difeso la discesa dei salari negli ultimi anni. Sbagliato lasciare solo alle tre sigle il confronto con il Cnel nell’assemblea di ieri – ha commentato Fornasari –. Noi abbiamo fatto richiesta di ingresso il 22 settembre ma non abbiamo avuto risposta».
L’Usb rivendica di essere stata la prima sigla sindacale a proporre la legge sul salario minimo. «La Cgil ha copiato la nostra proposta di legge del 2018 - hanno detto - prima loro erano contrari».
Foto concessa dall'Usb