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Quella trascorsa è stata una giornata di fuoco per le lavoratrici e i lavoratori in trasferta a Roma da Crevalcore.

In 200 sono partiti questa mattina sperando che con l’intervento del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ci sarebbe stato un cambio di passo. Che per i 229 lavoratori il cui posto è in gioco è arrivato, ma solo in piccola parte.

«Per noi la sospensione a tempo indeterminato della procedura di chiusura del sito di Crevalcore è un piccolo segnale positivo, ma siamo consapevoli che il percorso sarà lungo» racconta Stefano Lombardi di Uilm, mentre si aggira ancora tra i corridoi del ministero dopo l'incontro. «Non accettiamo che Marelli scelga di farsi da parte – continua Lombardi – Parliamo di un leader del settore e di uno stabilimento che deve rimanere in piedi, sia in termini produttivi sia in termini occupazionali. La reindustrializzazione degli stabilimenti deve essere svolta con i 6 miliardi di Pnrr messi a disposizione dell’automotive, che non possono andare solo all’acquisto di macchine elettriche a mirare a investire nelle nuove tecnologie. La politica ha deciso di passare all’elettrico e ora la politica deve farsi carico delle conseguenze».

Sulla riconversione si giocherà, infatti, la contrattazione delle prossime settimane. Per l’8 novembre è stato convocato un nuovo tavolo di confronto dal ministro Urso e con la Regione e l’assessore regionale Vincenzo Colla si continuerà in queste settimane a pensare a nuove soluzioni. Perché questa sospensione dilaziona nel tempo un problema relativo alla politica industriale del sito che rimane. «Di cui chiediamo conto a Marelli – conclude Lombardi – Abbiamo fatto espressa richiesta di piani industriali di tutti gli stabilimenti sul territorio nazionale».

Alla convocazione, a cui oltre ai lavoratori e alla proprietà hanno partecipato anche l’assessore regionale Colla, hanno preso parte anche alcuni delegati parlamentari del Partito democratico: Virginio Merola, Andrea De Maria e Stefano Vaccari. Che in una nota hanno commentato la scelta di Marelli: «Sarebbe stato giusto e necessario che l'azienda avesse revocato e non solo sospeso la procedura. Ora la proprietà è chiamata però a dare risposte certe e a mettere in campo le iniziative di sua competenza». Anche il sindaco Matteo Lepore è intervenuto riconoscendo la piccola conquista raggiunta per chi lavora, ma non ha trascurato di rimarcare un punto chiave: «Vigileremo affinché nessuno dei posti di lavoro vada perduto. Ma l’attività dello stabilimento proseguirà puntando alla reindustrializzazione del sito. Che si trovi un nuovo investitore o che Marelli, come auspichiamo, accetti di ritornare sulla sua decisione lo si vedrà».

Sulle posizioni di Marelli rimangono comunque grossi dubbi, e la richiesta di un allentamento della mobilitazione ha trovato, per ora, un muro dalle organizzazioni sindacali. «Su questo abbiamo chiarito che si aprirà una discussione tra i lavoratori e le lavoratrici – ha precisato Samuele Lodi di Fiom – Saranno loro a decidere domani con il voto delle RSA come andare avanti».

 

 

Nella foto le organizzazioni sindacali per le strade di Roma prima dell'incontro convocato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso

Foto Agenzia Dire