Finanziamenti

«Questa rimodulazione dei fondi Pnrr potrà non essere la fine del mondo per l’intero Paese, ma potrebbe esserlo per Bologna». Nonostante l’espressione dichiaratamente iperbolica, non manca di centrare il punto l’assessora comunale con la delega ai fondi europei, Anna Lisa Boni. Che, sollecitata rispetto allo stato dell’arte dei progetti in cantiere a Bologna durante un convegno promosso all'interno delle giornate del Cersaie, sottolinea lo stato di incertezza dovuto a questo definanziamento. «Una scelta del governo avvenuta in corso d’opera – ha spiegato l’assessora – che, è innegabile, farà soffrire di più gli enti locali». Una certezza sulla quale grava un ulteriore dubbio. Quello relativo all’entità di questa rimodulazione. «Su tutta l’area metropolitana parliamo di 1,2 miliardi di finanziamenti previsti. Di cui 144 milioni solo a Bologna. Sono lavori già partiti e in tanti casi in fase di avvio – ha rimarcato l’assessora – Capire quanto questo definanziamento costerà alla città è fondamentale».

Sul punto, va detto, si attende anche la Commissione europea, che sulle nuove proposte formulate dal governo Meloni ha l’obbligo di pronunciarsi, verificando che le sostituzioni progettuali proposte siano adeguate. Le prerogative, ad ogni modo, rimangono quelle originarie. E sulla rigenerazione della Bolognina, l’edilizia sostenibile, il tram e gli altri piani urbani previsti non c’è alcuna retromarcia. «Quello che ci stupisce inoltre è come sia stata valutata questa rimodulazione. A Bologna tutti i progetti portati avanti in conformità con le indicazioni del Green Deal andranno avanti», ha precisato Boni. I sei piani urbani integrati previsti dal Comune sono tutti pensati all’interno di obbiettivi di neutralità climatica europei. Tutti i nuovi edifici costruiti in città saranno realizzati in modo da consumare poco e da autoprodurre energia rinnovabile, una prerogativa di coscienza ambientale e civica, ma anche economica per le tasche dei contribuenti.

 

Nella foto l'assessora Anna Lisa Boni

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