pionieri

Il sindaco Matteo Lepore questa mattina ha consegnato a Tomaso Tommasi di Vignano, presidente uscente del Gruppo Hera, la Turrita d’Argento. Il riconoscimento da parte del comune di Bologna è «alla persona, perché dietro a grandi risultati ci sono persone che hanno le loro storie, aspirazioni, che hanno fatto dei sacrifici», dice Lepore. Ma anche al professionista che ha svolto «una missione da pioniere. Ha saputo gestire un processo di integrazione, quotazione e poi di sviluppo sul mercato di una realtà molto importante».

 

In foto Tomaso Tommasi di Vignano. Foto di Chiara Putignano 

 

 

Tomaso Tommasi di Vignano, 76 anni, di cui ventuno trascorsi a capo della multiutility Hera, nasce a Brescia ma si trasferisce giovanissimo a Venezia. Si laurea a 23 anni in Giurisprudenza nell’ateneo di Padova. A due passi dalla sua facoltà, in quella di Filosofia, conosce una ragazza che presto diventa sua moglie. Dopo la laurea, tra le offerte di lavoro ricevute c’è quella della Sip (Società Italiana per l'Esercizio Telefonico), la “mamma” della Telecom. Prende armi e bagagli, torna alla Serenissima per lavorare diciannove anni nel settore delle telecomunicazioni. Nell’89 è costretto a trasferirsi di nuovo per lavoro e da qui si apre un lungo periodo romano. Sempre per la Sip diventa responsabile dell'area personale e organizzazione. In quegli anni, in Italia, mentre il settore delle telecomunicazioni si liberalizza – influenzato dal sistema statunitense – gli operatori nazionali iniziano un processo di privatizzazione. Nel 1992 Tommasi di Vignano ricopre il vertice dell'Iritel. La società, al compimento del suo secondo anno di età, viene assorbita dalla Telecom, di cui Tommasi diventa direttore generale fino al 1997. A gennaio di quello stesso anno assume il ruolo di amministratore delegato della Stet (Società finanziaria telefonica) e porta a termine la fusione tra Stet e Telecom Italia, di cui diventa amministratore delegato e accompagna l’azienda nel processo di privatizzazione. Nel 1999 cambia d’abito e dalle telecomunicazioni passa al settore dell’energia, gas e ambiente. In qualità di amministratore delegato conduce anche la multiutility Acegas verso la privatizzazione e nel successivo collocamento in borsa.

 

Arriva sotto le Due Torri il primo settembre 2002, due mesi prima della nascita dell’azienda multiservizi Hera. Un percorso che definisce «affascinante sin dal principio. Hera è stata la prima azienda italiana a nascere dalla fusione di undici aziende municipalizzate». Nel novembre 2002 prende le redini di Hera, dando il via a un nuovo capitolo della sua carriera. «Quando sono arrivato a Bologna conoscevo già qualcuno. Per esempio, ho avuto il piacere di collaborare con il professor Prodi quando era presidente dell’Iri – ha sempre avuto stima del mio lavoro». La scelta di mettere a capo Tomaso Tommasi di Vignano per Hera si rivela una scelta vincente. Nel 2003 gestisce il processo di quotazione in borsa dell’azienda: «In sei mesi abbiamo corso molto e abbiamo corso anche un grosso rischio: era la prima operazione di questa importanza mai tentata nel settore in Italia». Durante gli anni della sua leadership vengono effettuate cinquanta fusioni e acquisizioni, anche fuori dal territorio emiliano-romagnolo. L’azienda cresce e lui con lei: trecento comuni serviti, più di quattro milioni di cittadini fruiscono dei servizi di Hera e sono circa novemila i dipendenti. Inoltre, nel 2019 il Gruppo entra nell’indice di riferimento di Piazza Affari. Sono otto miliardi gli investimenti della società sui territori serviti, di cui un miliardo solo nell’area della città metropolitana. E infine, nel 2023, per il terzo anno consecutivo, Hera è al primo posto nel settore “Multi-Utility&Water” del “Dow Jones Sustainability World Index” per performance di sostenibilità in diversi ambiti. Dopo aver ricevuto la Turrita d’Argento per il servizio svolto per Bologna, e non solo, Tommasi di Vignano si concede un altro sguardo al passato: «Venti anni sono una cosa grande. Un investimento che si fa fatica a lasciare perché si devono cambiare molte delle proprie abitudini, come il tornare in famiglia – non sono più abituati a vedermi a casa durante la settimana». Infatti, prosegue «l’unica “persona” che ci ha rimesso (per i miei impegni lavorativi ndr.) è la mia famiglia perché ho fatto il pendolare per vent’anni».

 

A pochi giorni dalla scadenza del suo ultimo mandato, che termina il 27 aprile, Tomaso Tommasi di Vignano può finalmente concludere e dire che: «È stata una faticaccia ma l’ho fatto con piacere».

 

In foto Tomaso Tommasi con la Turrita d'Argento. 

Foto di Chiara Putignano